Nel coro di voci favorevoli sulla bocciatura del Parco Valgrande del progetto dell’omonima Unione montana, in pratica un plauso, s’inserisce la voce dissonante dell’ex presidente dell’ente parco, Massimo Bocci. Passi per il no al “sentiero d’arte” con le sculture temporanee dell’artista francese sul quale, osserva Bocci, “le mediazioni si possono trovare”.
Ma sul percorso per e-bike, obietta Bocci, “è francamente il no che ritengo più incomprensibile”. Incomprensibile, per Bocci, è l’astensione del consiglio direttivo “da considerazioni di ordine politico. Mi domando cosa ci stanno a fare organismi politici (presidente, giunta, consiglio) se poi non prendono decisioni politiche? Perché di politica si tratta… cioè se decidere di muoversi in bicicletta oppure no è ambientalmente sostenibile, se la risposta è no cosa ce ne faremo delle 100 e più biciclette già finanziate? Si tratta di decidere se la fruizione lenta dei nostri territori sia o meno una opportunità.
Se sì, allora forse salire da Cambiasca a Miazzina o a Caprezzo ha un senso altrimenti continuiamo a salire in macchina a Cappella Fina o a Cappella Porta e saltiamo i paesi (il giro ad anello è certamente un’opportunità) “. Era, ormai, visto che il progetto, dopo il no degli uffici al quale il consiglio direttivo, par di capire sia il sottinteso non detto da Bocci, ha demandato in pratica la decisione non esprimendosi come organismo politico.