Un viaggio in solitaria da Domodossola alle isole Lofoten: 16 giorni, 7.500 km, 98 ore alla guida di un furgone Ducato camperizzato, per "imparare a conoscere i miei tempi". Paolo Achilli ha 44 anni, gestisce con papà l'omonima Ottica sul corso a Domodossola ma per gli amici è Paul Deckard, bassista dei The Monkey Weather, una delle band più conosciute e apprezzate in Ossola.
Paolo si stupisce quando gli viene chiesto di raccontare del suo viaggio. "A me sembra di non avere fatto nulla di speciale, semplicemente una vacanza" dice. Ma in realtà le avventure in solitaria, siano esse in moto, a piedi o in Ducato, hanno un sapore unico e ci fanno sognare. Ancor di più oggi, in cui uno dei trend più virali sembra essere il "solo dating", anche se in realtà poi pochi si sentono così a proprio agio nell'uscire, ad esempio, a cena da soli o magari affrontare una vacanza con la sola compagnia di se stessi.
Paolo Achilli però questa ritrosia l'ha sconfitta subito: "All'inizio ero un po' riluttante, vedevo il viaggio da solo un po' da "sfigati" - racconta - invece piano piano i miei amici mi hanno fatto cambiare idea. La scintilla è stata "impara a conoscere i tuoi tempi". E così è stato, l'insegnamento che mi porto a casa è proprio questo, mi sento molto più consapevole di me stesso e della gestione del tempo che devo avere per stare bene".
Paolo è partito questa estate. Una vacanza a bordo del suo Vandalorian, chiaro riferimento a Star Wars: "Un furgone Ducato camperizzato che piano piano ho adattato alle mie esigenze. Lo scopo del viaggio era quello di raggiungere le isole Lofoten, un mio pallino da tanti anni. Sono sempre stato attratto dalle isole, sono mondi a parte, ma in qualche modo connessi, le loro connessioni sono misteriose perchè non si vedono, queste me le rendono affascinanti. In particolare le Lofoten sono un'anomalia climatica, nonostante siano oltre il circolo polare artico sono esattamente dove passa la corrente del golfo. E' una corrente calda, e questo fa si che l'Oceano artico lì sia "balneabile" sia in estate che in inverno e che vi siano temperature molto meno rigide rispetto al continente alle stesse latitudini".
Il viaggio a bordo del furgone in realtà è stato agevole: "E' omologato camper, quindi con bagno dotato di doccia, stufa e cucina a gas - spiega - io l'ho attrezzato con un pannello solare e una batteria al litio per essere autonomo, un frigo a compressore, varie prese USB e un piccolo inverter per ricaricare l'e-bike che uso nei weekend".
All'andata Paolo ha guidato e dormito per circa 3 giorni di fila, senza soste: "Volevo arrivare sulle isole il prima possibile - racconta - in cima alla Svezia ho avuto forse l'unico momento di difficoltà. La strada principale era interrotta e avevo scarsa connessione internet. Era già quasi mezzanotte e ho percorso 30 km di sterrato con pioggia e fango prima di ritrovare la via, ma sono stato ripagato con un'emozione stupenda. In fondo a questa stradina sterrata, in mezzo al bosco, si è aperta una radura con un lago. Il sole non era ancora completamente tramontato e c'erano dei colori pazzeschi che ho avuto la fortuna di ammirare e fotografare, Credo sia stato il momento più emozionante del viaggio, perché ha avuto il fascino dell'inaspettato".
Alle Lofoten, grazie alla temperatura mite dell'acqua, Paolo ha potuto anche fare snorkeling: "A quelle latitudini l'acqua è così trasparente che sono rimasto meravigliato da quanto in profondità potessi vedere. Mi sono emozionato facendo surf nel circolo polare artico, le spiagge sono bianche come ai Caraibi, l'acqua di un turchese intenso, cambia solo che al massimo arriva a 14°, ma con la muta non è un problema".
Nel nord Europa le giornate hanno un tempo lunghissimo: "Il sole sorgeva verso le 5 del mattino e tramontava (non del tutto) verso le 11 di sera. Gli spazi sono enormi. Tutta questa "dilatazione di spazio e tempo mi ha fatto rinascere". Ma il viaggio è stato l'occasione anche per rivedere qualche amico: "Ho incontrato per caso il Formy, cantante dei The Rubber Room, una band di amici, perché era a lavorare a Stoccolma in trasferta, mentre a Oslo sono passato a trovare Marcello Tiboni, chef di Varzo che ha aperto un suo ristorante nella capitale Norvegese chiamato Grezzo, lì ho conosciuto i suoi soci e passato una bellissima serata". "Le Lofoten presentano panorami ed escursioni che sono poesia per gli occhi - racconta Paolo ancora emozionato - rimarranno per sempre con me, così come l'emozione provata quando suonavo il mio basso seduto sul portellone del furgone guardando il mare".
Momenti di difficoltà o tristezza? "Assolutamente no - afferma - non mi sono mai sentito in difficoltà o in pericolo, anche perché la criminalità in Scandinavia è quasi nulla, anzi più passavano i giorni più stavo bene, più il tempo diventava mio amico. Mi sento estremamente fortunato ad aver avuto la possibilità di fare questo viaggio e avere ricevuto qualche piccola spinta da parte di chi mi vuole bene e che mi ha fatto prendere la decisione finale di partire". E dopo le Lofoten? "La prossima sfida sarà quella di vedere se davvero alle colonne d'Ercole il mondo finisce" sorride Paolo.