Anche la Segreteria del Partito Democratico di Domodossola interviene nel dibattito riguardante la nuova tassa sulla salute imposta ai frontalieri dal Governo Meloni.
“La Segreteria provinciale, regionale e nazionale del Pd hanno espresso e ribadito il proprio giudizio contrario sulla cosiddetta “tassa della salute”, si legge in una nota.
“Era chiaro che l’inserimento nella Legge di Bilancio di un simile provvedimento – l'applicazione verso i vecchi frontalieri di una aliquota dal 3 al 6% sullo stipendio netto – era avvenuta totalmente al di fuori dell'accordo Italo-Svizzero del 2020, accordo che ha definito, tra le altre cose, la normativa fiscale per i lavoratori frontalieri.
Ricordiamo che quell'accordo è stato il frutto di una lunga mediazione che ha visto protagonisti non solo i rappresentanti ministeriali, ma anche quelli delle amministrazioni locali interessate, oltre a quelli delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sia italiane che svizzere.
Ora, l’aver messo insieme in quell'odg sia l'abolizione della “tassa” che la revisione della normativa fiscale – quindi, dell'accordo internazionale - è causa di confusione e segno di un velleitarismo di cui non si sente il bisogno”, proseguono i rappresentanti del Partito Democratico domese.
“Se questa amministrazione comunale ritiene di dover rinegoziare l'accordo internazionale Italo-svizzero – continua la nota dei dem - può fare una proposta attraverso l’Anci e l'Uncem, l'Unione dei Comuni e degli Enti Montani, facendo un odg articolato e motivato”.
Il Pd di Domodossola prende poi le distanze dall’ordine del giorno scritto dal sindaco Lucio Pizzi, che si differenzia da quello inviato dal presidente della provincia Alessandro Lana a tutti i comuni del Vco: “L'odg, proposto dalla Provincia su mandato del tavolo di coordinamento del frontalierato, ed inviato tutti i comuni interessati per la sua approvazione, aveva il pregio della chiarezza e poneva un obbiettivo comune e condivisibile. La scelta del sindaco Pizzi di non presentare questo ordine del giorno ma presentarne uno molto diverso sui contenuti e gli scopi crea una spaccatura inutile e dannosa. L'uscita dall'aula al momento del voto dei consiglieri del Partito Democratico è il segno di dissociazione da una operazione che porta solo confusione”.
“Nel contempo, con soddisfazione, prendiamo atto che anche il rappresentante locale di FdI ha contestato la pessima decisione del governo da lui sostenuto e lo stesso ha ripreso proposte di sostegno agli operatori sanitari che noi, per primi, abbiamo pubblicamente considerato – conclude il Pd domese -. Ci ha deluso l'atteggiamento del sindaco che, per cercare il facile applauso, ha platealmente snobbato il tentativo dei nostri consiglieri di voler escludere dalla discussione ogni aspetto demagogico e populista”.