La Valle Vigezzo ricorda il suo cantore. Sabato mattina a Santa Maria Maggiore si è tenuto il convegno “Dai dai, cünta sü” (“Dai, dai, racconta”), dal titolo di una trilogia di Benito Mazzi.
“Questa è l’edizione numero zero, ma rappresenta l’inizio di un percorso che andrà avanti” ha spiegato il sindaco Claudio Cottini. Una mattinata densa di interventi, questa al cinema teatro comunale, a partire dalla tavola rotonda con Paolo Crosa Lenz, Maurizio De Paoli, Francesco Ferrari ed Enrico Rizzi.
I relatori, ognuno partendo da uno spunto diverso, hanno ricordato la figura del compianto scrittore vigezzino. De Paoli, in particolare, ha evidenziato il rigore nella ricerca delle fonti del Mazzi giornalista, “era intollerante all’approssimazione e sapeva benissimo distinguere i fatti dalle opinioni”, aprendo una riflessione anche sull’importanza che ha rivestito, riveste e rivestirà probabilmente anche in futuro il giornalismo locale. “Bisogna sapere raccontare la cronaca sapendo che sarà poi la prima pagina di un libro di storia” ha sottolineato Maurizio De Paoli.
“La storia è un laboratorio: prima c’è la ricerca, poi la scrittura. E Benito – ha affermato Enrico Rizzi – era un ricercatore, prima che uno storico; uno storico narratore, colui che si può anche permettere l’uso del dialetto”.
Francesco Ferrari, nel ricordare come per Benito “i pittori erano anche uomini” ha posto l’accento sulle vicende umane raccontate da Mazzi, con protagonisti “gli antieroi, che però non erano mai personaggi mediocri”. Paolo Crosa Lenz ha rammentato la collaborazione e la disponibilità che Mazzi gli ha sempre riservato, durante le sue ricerche e il rapporto che lo scrittore vigezzino aveva con la sua valle “una piccola patria, da cui una volta si voleva scappare e oggi, a cui si vuole tornare”.
La mattinata, allietata dai canti degli Amici della Montagna (e che ha visto la presenza, tra gli altri, del Gruppo Folcloristico Valle Vigezzo) è proseguita con e letture di Maria Vittoria Gennari e Maria Cristina Pasquali e l’intervento dell’antropologo Annibale Salsa (dedicato alla riscoperta dei valori della montagna) e la proiezione del documentario “Gente di contrabbando” di Marzio Bartolucci, per concludersi con un aperitivo al Ristorante Miramonti.