Scuola - 14 dicembre 2024, 19:10

Vince il concorso per una cattedra a Domo e sulle pagine del Corriere racconta il 'trauma' di dover lasciare i suoi alunni a Torino

Insegnante di sostegno passa di ruolo e insegnerà l'italiano agli stranieri in Ossola, ma racconta al quotidiano che cinque giorni di preavviso sono troppo pochi

Vince il concorso per una cattedra a Domo e sulle pagine del Corriere racconta il 'trauma' di dover lasciare i suoi alunni a Torino

"Vince il concorso: cinque giorni per mollare tutto e andare a Domodossola". Sta facendo il giro del web la notizia, riportata dalle pagine di Torino del Corriere, della professoressa precaria che vince il concorso Pnrr e le viene richiesto di prendere servizio, entro cinque giorni, nella sede a lei assegnata, Domodossola appunto.

Lei è un'insegnante precaria di sostegno, da tre anni aveva la fortuna di lavorare nello stesso istituto e nella stessa classe, e ora è disperata per dover mollare tutto e ricominciare. Lasciare la scuola dove ha lavorato per anni, lasciare la classe, lasciare il posto a un nuovo supplente e lei trasferirsi a Domodossola, due ore e mezzo da casa, e andare a insegnare italiano per stranieri in una scuola serale. Il fatto che abbia potuto lavorare, da supplente, per tre anni nella stessa scuola non è di certo scontato: i docenti precari spesso vivono ogni mese di agosto con l'ansia e la preoccupazione non avendo certezza di vedersi assegnata la tanto agognata supplenza, o magari con il timore di averla lontano da casa.

Per non parlare poi degli aspiranti supplenti che risiedono in località del sud d'Italia e che, non essendoci grandi possibilità di poter lavorare nelle proprie zone, si iscrivono nelle Gps, le graduatorie provinciali per le supplenze, in località lontane, magari al nord, dove i posti disponibili sono in numero maggiore. Anche questi pendolari della supplenza, una volta ricevuta la nomina, nel giro di pochi giorni si vedono costretti a prendere un treno, recarsi nella sede assegnata per la presa di servizio, lasciare affetti e famiglia, cercare una sistemazione.

E' la vita degli insegnanti precari, il percorso che tutti gli aspiranti docenti affrontano, con la fortuna per di più di non dover nemmeno passare una selezione per vedersi assegnato un incarico, essendo l'unico requisito necessario l'essere iscritti in una graduatoria e possedere un punteggio dato da titolo di studio e anzianità di servizio. Tutto sommato una situazione non troppo scomoda, pensando che per ottenere un posto di lavoro nel privato, anche precario o a tempo determinato, bisogna comunque essere valutati e selezionati e non è sufficiente il solo possesso di un titolo di studio.

La vita del prof precario è sicuramente difficile per chi ambisce a svolgere il mestiere di insegnante per tutta la vita, e la luce in fondo al tunnel è la possibilità di sostenere e vincere un concorso. Concorsi che spesso sono difficili, molto selettivi, che mettono a disposizione pochi posti ma che vedono migliaia di candidati partecipare in tutta Italia. Concorsi che, come tutte le prove pubbliche, hanno delle regole ben precise, compresi tempi e modalità di assunzione del servizio, ma che offrono la certezza di un lavoro statale, sicuro, e di questi tempo non è certo poca cosa.

La professoressa di Torino, nell'articolo del Corriere, parla di come sarà costretta a stravolgere la propria vita nel giro di pochi giorni, trovare casa, abitudini, cambiare anche ordine di scuola e insegnare, anziché ai ragazzini delle medie, la lingua italiana agli stranieri che vivono a Domodossola. Sicuramente un grande disagio, ma senza scomodare il Checco Zalone nazionale e il suo sogno da grande di "Voglio avere il posto fisso", ci viene da pensare che sia poca cosa rispetto alla pensione assicurata e alla fine del suo precario girovagare tra scuole.

La prof poi racconta che l'intera classe si è messa a piangere quando ha dovuto comunicare che nel giro di pochi giorni avrebbe lasciato Torino per recarsi a Domodossola. L'insegnante di sostegno è sicuramente una figura molto importante in una classe, punto di riferimento per i ragazzi più in difficoltà e valido suppporto per l'insegnante curricolare. La docente lascerà un vuoto, ne siamo certi, ma questo sarà colmato da un altro insegnante precario al quale sarà assegnata la supplenza, e tutti ci auguriamo che quest'ultimo sarà all'altezza di chi l'ha preceduto e che sappia instaurare lo stesso rapporto di cui è stata capace la vincitrice del concorso. Le regole però sono regole, e la professoressa le ha accettate nel momento stesso in cui si è iscritta al concorso, compresa la possibilità di essere assegnata a una scuola lontana dal suo luogo di residenza e di doverla raggiungere nel giro di pochi giorni.

Tutto questo clamore risulta, soprattutto a chi un lavoro fisso non ce l'ha, o a chi aspetta con trepidazione di poter finalmente avere l'opportunità di firmare l'agognato contratto a tempo indeterminato, eccessivo e forse pretestuoso. Vogliamo infine rassicurare la docente che lunedì 16 dicembre prenderà servizio in città: Domodossola non è poi così male e tutti noi l'attendiamo a braccia aperte.

In fondo poteva andarle peggio: dopo quattro giorni inizieranno le vacanze natalizie e potrà tornare a casa dai suoi cari, avendo anche tutto il tempo a disposizione per organizzare al meglio il suo trasferimento. Il 7 gennaio sarà pronta per salire nuovamente in cattedra, e siamo certi che i suoi nuovi studenti sapranno sicuramente apprezzarla e anche con loro instaurerà un bellissimo rappporto.

Redazione

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