Politica - 24 aprile 2025, 17:04

Mozione di revoca del Presidente del Consiglio, Tandurella: "Dubbi sulla legittimità dell’atto"

Il consigliere comunale di minoranza di Fratelli d’Italia chiede al Segretario Generale e alla Prefettura una verifica urgente sull’ammissibilità della proposta di revoca

Mozione di revoca del Presidente del Consiglio, Tandurella: "Dubbi sulla legittimità dell’atto"

Con una lettera formale indirizzata alla segretaria generale del Comune di Domodossola e, per conoscenza, alla prefettura del VCO, il consigliere comunale di minoranza Angelo Tandurella (Fratelli d’Italia) solleva seri dubbi di legittimità sulla mozione di revoca del Presidente del Consiglio Comunale, Marco Bossi, inserita all’ordine del giorno della prossima seduta. Secondo Tandurella, l’atto appare privo dei necessari presupposti normativi e rischia di compromettere il ruolo di garanzia della Presidenza, riducendolo a una funzione soggetta a logiche politiche di maggioranza.

Oggetto: Richiesta urgente di verifica di legittimità sulla mozione di revoca del Presidente del Consiglio Comunale Marco Bossi

Gentile Dottoressa, nella mia qualità di Consigliere Comunale, Le scrivo in merito all’avvenuto inserimento all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Comunale – convocata per il giorno 29 aprile – della mozione che propone la revoca del Presidente del Consiglio Comunale Marco Bossi. Mi rivolgo a Lei in virtù del Suo ruolo di garante della legittimità degli atti e del rispetto dello Statuto e dei regolamenti comunali. A tale riguardo, intendo sottoporre alla Sua attenzione seri profili di illegittimità dell’atto in oggetto, che suggeriscono di valutare con urgenza l’ammissibilità della mozione, anche al fine di tutelare il corretto funzionamento degli organi istituzionali dell’Ente. Nello specifico:

1. Assenza di presupposti normativi e sostanziali

Lo Statuto comunale disciplina con chiarezza l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale, che avviene a maggioranza assoluta, ma non prevede alcuna procedura esplicita di revoca. È vero che parte della giurisprudenza riconosce al Consiglio una facoltà residuale di revoca, anche in assenza di previsione statutaria, ma tale facoltà non è illimitata e può essere esercitata solo in presenza di motivazioni gravi, concrete e riferite all’esercizio della funzione di garanzia. Nel caso in esame, la mozione non si fonda su atti o comportamenti effettivamente lesivi della terzietà del Presidente, ma richiama esclusivamente la sua designazione a componente delle Commissioni Consiliari Permanenti. Si tratta di una designazione legittima, consentita dal Regolamento consiliare, che al momento della presentazione della mozione e della convocazione del Consiglio Comunale oltretutto non aveva prodotto alcun effetto pratico, non essendosi ancora svolta alcuna riunione delle commissioni. Inoltre, secondo orientamenti dottrinali e interpretativi autorevoli, come quelli espressi da ANUTEL, il Presidente del Consiglio conserva pienamente i diritti di consigliere, compresa la possibilità di partecipare al dibattito e ai lavori commissionali. In assenza di una previsione normativa specifica e di una motivazione fondata su elementi oggettivi, la revoca finirebbe per assumere natura meramente politica, in contrasto con la funzione istituzionale di garanzia affidata alla Presidenza del Consiglio.

2. Motivazione non circostanziata e rischio di strumentalizzazione

La mozione si fonda unicamente sulla designazione del Presidente quale componente delle Commissioni Consiliari Permanenti. Tale circostanza, di per sé, non costituisce alcuna violazione statutaria o regolamentare, né si è mai tradotta in un’attività concreta o in atti che abbiano compromesso il regolare funzionamento del Consiglio. Il Regolamento consente inoltre a tutti i consiglieri comunali di partecipare ai lavori delle Commissioni con diritto di parola, a prescindere dalla carica ricoperta, confermando la piena legittimità della partecipazione del Presidente a tali organi. In assenza di atti o comportamenti specifici che abbiano inciso sull’imparzialità delle sedute consiliari, la motivazione della mozione appare basata su valutazioni soggettive e su un giudizio politico privo di rilevanza giuridica. Una revoca fondata su elementi di questo tipo rischia di alterare profondamente la funzione di garanzia e di equilibrio assegnata alla Presidenza del Consiglio, riducendola a mero strumento della maggioranza. Tale impostazione svuoterebbe di senso il ruolo istituzionale del Presidente e introdurrebbe un precedente pericoloso per la neutralità dell’organo consiliare.

3. Prassi consolidata e principio di coerenza amministrativa

La designazione di un Presidente del Consiglio Comunale quale componente delle Commissioni Consiliari Permanenti non rappresenta una novità né una forzatura, ma una prassi consolidata nel funzionamento istituzionale del Comune di Domodossola. Durante il precedente mandato amministrativo, ad esempio, è stato eletto Presidente del Consiglio il sig. Gianluigi Bottaro, il quale ha mantenuto la propria partecipazione alle commissioni consiliari, senza che ciò fosse oggetto di rilievi o contestazioni. Si tratta di una circostanza rilevante, non solo perché si è verificata in un passato recente, ma anche perché quella nomina fu espressione diretta della maggioranza allora in carica, guidata dallo stesso Sindaco attualmente in carica. Inoltre, la mozione in esame è firmata dal capogruppo della lista “Lucio Pizzi Sindaco”, Maurizio Oioli, il quale sedeva in Consiglio Comunale anche durante il mandato in cui si è svolta la vicenda sopra richiamata, accettando di fatto tale impostazione senza sollevarne la presunta incompatibilità. Tutto ciò evidenzia una disparità di trattamento istituzionale e una violazione del principio di coerenza amministrativa, che impongono, per correttezza procedurale, una valutazione estremamente cauta e oggettiva della mozione attualmente presentata. Inoltre, il Ministero dell’Interno – attraverso numerosi pareri resi dal Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali – ha evidenziato come lo svolgimento della funzione di Presidente del Consiglio non comporti alcun affievolimento dei diritti connessi allo status di consigliere comunale. In tale ottica, la partecipazione del Presidente alle Commissioni risulta non solo legittima, ma perfettamente compatibile con la funzione istituzionale di garanzia che gli è attribuita, a condizione – come nel caso di specie – che non siano ravvisabili comportamenti distorsivi o di parte. Introdurre un cambio di lettura così radicale rispetto a una prassi istituzionale tollerata e praticata fino a ieri, e peraltro sostenuta dalle stesse figure politiche oggi proponenti, rischia di alimentare il sospetto di una strumentalizzazione politica priva di fondamento giuridico.

4. Giurisprudenza e principio di garanzia

Numerose sentenze (Tar Lazio n. 14142/2020, TAR Sicilia n. 3025/2006, Cons. Stato n. 1983/1999) ribadiscono che la revoca del Presidente del Consiglio è ammissibile solo in presenza di comportamenti gravi, reiterati e documentati, lesivi della funzione di garanzia. In tale contesto, anche quando una mozione si presenti formalmente fondata su elementi tecnici, è necessario verificarne con attenzione l'effettiva consistenza e rilevanza oggettiva, per evitare che valutazioni di natura politica vengano surrettiziamente mascherate da presupposti formali. Una tale verifica è ancora più necessaria quando, come nel caso in esame, il formalismo della motivazione può celare considerazioni di natura politica non ammissibili ai fini della revoca. È infatti principio consolidato che la revoca non possa basarsi, neppure indirettamente, su considerazioni politiche o sulla perdita di fiducia, trattandosi di una funzione istituzionale di garanzia, estranea alla logica fiduciaria propria di altri organi politici.

Alla luce di quanto sopra, chiedo formalmente che venga espresso con urgenza un parere di legittimità sull’ammissibilità della mozione, e che, in attesa di tale valutazione, ne venga sospeso l’esame da parte del Consiglio Comunale.

Confido che, nel rispetto delle garanzie statutarie e delle funzioni istituzionali coinvolte, si valuti con la massima attenzione la legittimità della mozione. Ciò anche al fine di evitare l’adozione di un provvedimento che potrebbe esporre l’Ente a contestazioni formali o a richieste di verifica da parte delle autorità competenti, con potenziali ricadute sull’efficienza dell’azione amministrativa.

Oltre al piano strettamente procedurale, è in gioco la tenuta dell’equilibrio istituzionale del Consiglio Comunale: una revoca fondata su presupposti deboli e non oggettivi finirebbe per indebolire strutturalmente la funzione di garanzia attribuita alla Presidenza, aprendo la strada a logiche politicizzate non compatibili con la natura autonoma e super partes di tale incarico.

Cordiali saluti,

Angelo Tandurella 
Consigliere Comunale 
Comune di Domodossola

comunicato stampa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU