Cronaca - 06 maggio 2025, 19:05

Nessun commento a Macugnaga il giorno dopo l'arresto del sindaco

Alessandro Bonacci è ai domiciliari dopo le indagini della Guardia di finanza sui lavori nella zona del Belvedere

Nessun commento a Macugnaga il giorno dopo l'arresto del sindaco

Nessun commento ufficiale a Macugnaga il giorno dopo l’arresto del sindaco Alessandro Bonacci, 84 anni tra pochi giorni, finito ai domiciliari dopo le indagini della Guardia di finanza che hanno portato alle accuse di frode processuale, depistaggio e falso materiale in atto pubblico. 

Il silenzio lascia capire l’imbarazzo che regna nella stazione turistica anzaschina dopo il provvedimento di arresto del sindaco, alla guida del borgo ai piedi del Monte Rosa dall’ottobre 2021, Poche parole dai componenti del consiglio comunale, ma anche in paese è difficile raccogliere pareri ed opinioni. In diversi evitano le domande sull'accaduto mentre nelle scorse ore la Prefettura ha sospeso il sindaco dal suo incarico.

Bonacci si era candidato alle elezioni aministrative 4 anni fa. Vincendo con il 53,6 per cento di voti contro il macugnaghese Mattia Marone (46,39). Una differenza numerica di 28 voti. 

Il sindaco è finito nei guai in concorso di altri due dipendenti pubblici e la rappresentante legale di una ditta edile di Villadossola, con l’accusa è di aver creato ‘’una falsa ordinanza sindacale contingibile urgente per giustificare’’ - dinanzi alla Procura della Repubblica - ''quanto fatto nell’ambito di un altro procedimento penale, che lo vede indagato per la violazione delle norme urbanistiche e ambientali''. 

La vicenda che ha portato al provvedimento riguarda la realizzazione di un sentiero nella zona del Belvedere. 

L’accusa mossa dalla Procura è di aver creato un provvedimento ad hoc, mai ritrovato nelle carte del procedimento amministrativo. Tant’è che il Procuratore della Repubblica di Verbania, Alessandro Pepè, aveva ordinato ulteriori accertamenti che sono stati delegati ai finanzieri del Soccorso Alpino e alle Fiamme Gialle di piazza Chavez a Domodossola. L’ordinanza comunale, contestata dalla Procura, sarebbe la numero 6 del maggio 2023:  risulterebbe pubblicata nel gennaio 2025. 

‘’E’ assolutamente indispensabile ripristinare, senza indugi, l’accesso all’area in condizioni di sicurezza” per “salvaguardare l’imminente inizio della stagione turistica estiva” e per “tutelare la pubblica e privata incolumità”. È quanto si legge nell’ordinanza che è ancora nell’archivio dell’albo pretorio online del Comune di Macugnaga. “Il comprensorio turistico dell’Alpe Pedriola, rifugio Zamboni e lago delle Locce - si legge - durante i mesi estivi rappresenta la principale attrazione turistica e di fatto è il motore economico dell’intera stazione turistica internazionale di Macugnaga e della Valle Anzasca”. Nel documento, “considerato che attualmente l’accesso alla zona è interdetto a causa dei movimenti del ghiacciaio nei mesi scorsi che ne hanno eroso la pista di accesso”, il sindaco ordina “il ripristino della pista di accesso al rifugio Zamboni nel tratto compreso tra l’arrivo della seggiovia sino alla morena in sponda destra del ghiacciaio Belvedere”, incaricando dei lavori la ditta di Villadossola.

Renato Balducci

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