Applausi, emozione e commozione ieri sera per la lettura scenica “26 febbraio 1945. Il martirio di Don Giuseppe Rossi uomo di pace per la sua gente”. Lo spettacolo a cura della Compagniadellozio e delle classi 3 C e 3G della scuola secondaria di I grado Gisella Floreanini di Domodossola è stato presentato nell'aula magna della scuola, gremita. In prima fila il parroco di Castiglione don Fabrizio Cammelli, il sindaco di Calasca Castiglione Silvia Tipaldi, l'assessore del comune di Domodossola Gianluca Iervasi, il parroco di Domodossola don Vincenzo Barone con il suo collaboratore e insegnante di religione della scuola don Giacomo Bovio.
La serata è stata la conclusione di un lavoro che ha visto in tutto 42 ragazzi coinvolti nel progetto voluto e finanziato dall'associazione Mutilati e Invalidi di guerra di Domodossola.
L’associazione, come spiegato dal suo vicepresidente Marco Alberti, ha tra i suoi obiettivi quello di promuovere sul territorio progetti e iniziative volte al consolidamento della pace, della cooperazione e fratellanza tra i popoli.
Nel corso dell'anno scolastico gli alunni guidati dalle professoresse di lettere Barbara Bottazzi e Flora Valterio hanno intrapreso un percorso di conoscenza della Resistenza. Poi, attraverso una visita guidata nei luoghi con la collaborazione del sindaco di Calasca Silvia Tipaldi del parroco don Fabrizio Cammelli, di Giuseppe Adobati e Marco Sonzogni, hanno approfondito l'argomento del martirio di don Giuseppe Rossi, ucciso dai fascisti il 26 febbraio 1945.
In classe hanno lavorato con il supporto del docente di religione don Giacomo Bovio e la collaborazione delle insegnanti. Hanno quindi seguito il laboratorio teatrale di Matteo Minetti e sono stati coinvolti nello spettacolo ricoprendo vari ruoli: alcuni sono comparsi in scena, altri hanno suonato, altri ancora hanno proiettato slide o hanno assistito alla regia e aiutato l'allestimento della messa in scena.
“Sono cresciuto sotto l'ala di don Severino Cantonetti – ha detto il regista Matteo Minetti – da piccolo ero affascinato dalla figura di don Rossi e con la mia compagnia ho scritto questo testo. Portarlo in scena con i ragazzi significa tramandare una memoria”.
Il successore di don Rossi don Severino Cantonetti era lo zio del marito dell'insegnante Barbara Bottazzi: “Don Severino ha sempre creduto – ha detto Bottazzi – nella figura di questo prete martirizzato dai nazifascisti e mi ha trasmesso l'idea che la testimonianza sia qualcosa di importante da portare nel mio lavoro”.
“Al lavoro hanno preso parte ragazzi di religioni diverse – ha detto l'insegnante Flora Fantoli – tutti sono stati affascinati dalla figura di questo parroco e uomo di pace e il messaggio della sua forza morale è arrivato al loro cuore”.
Ha colpito il pubblico la serietà con la quale i ragazzi hanno affrontato il testo. In certi momenti, senza quasi accorgersi, hanno dimenticato di guardare il copione dando così alle loro parti maggiore intensità e riuscendo a coinvolgere ed emozionare ancor di più il pubblico.
In apertura ha portato i saluti a nome della dirigente, la professoressa Silvia Fantoli, poi sono intervenuti l’insegnante Barbara Bottazzi, il vicepresidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi Marco Alberti e il regista Minetti. Dopo la lettura scenica, la serata si è conclusa con i saluti delle autorità civili e religiose presenti. “Per noi, voi giovani siete molto importanti - ha detto Antonia Morabito, presidente Anmig di Domodossola - siete il futuro, siete gli ambasciatori della pace e in questo momento ne abbiamo proprio bisogno”.