La sanità del VCO è in una condizione di patologia cronica, e il buco di bilancio dell’azienda sanitaria locale lo conferma. E il tema del riordino ospedaliero, con l’ospedale nuovo e unico, alla luce dei conti non è più rinviabile. All’indomani della notizia sui 42 milioni di sbilancio dell’Asl VCO, il senatore Enrico Borghi, vicepresidente nazionale di Italia Viva, interviene sul tema nella sua consueta rubrica sui settimanali della stampa diocesana.
“Mi ero ripromesso -scrive Borghi- di non tornare per un pò di tempo sul tema della sanità nel Verbano Cusio Ossola, un tema che ormai a metà strada tra un feuiletton d'annata -i romanzi d'appendice dell'Ottocento complessi e lunghissimi- e le telenovelas degli anni '90 in cui la trama può evolversi potenzialmente all'infinito. Ma la notizia di questa settimana non può passare sotto silenzio, e impone riflessioni e risposte. Con delibera del 30 aprile, il direttore generale dell'Asl Francesco Cattel, ha rilevato che l'Asl Vco ha chiuso il bilancio 2024 con un passivo di 42 milioni e 380 euro, un "rosso" che ha superato sia le più pessimistiche previsioni dei mesi scorsi comunicate ai Sindaci sia gli sbilanci delle annate precedenti, visto che è dal 2019 che l'azienda sanitaria del nostro territorio non chiude più un esercizio in pareggio. Nel documento, il nuovo direttore generale ha riassunto i motivi del baratro economico in cui è caduta la sanità pubblica del Verbano Cusio Ossola. 21 milioni sono causati dalla mobilità passiva, ovvero la fuga dei pazienti verso altre regioni (in primis Lombardia) per trovare prestazioni sanitarie che qui non vengono erogate in tempi e modi adeguati. Poi pesa l'aumento della spesa dei farmaci e la riclassificazione di alcuni di essi, a dimostrazione che evidentemente continuano ad esistere seri problemi sul "procurement". E infine, pudicamente, il direttore generale è costretto ad ammettere che il bilancio viene scompensato dalla gestione delle strutture e del personale, spalmato tra San Biagio e Castelli con evidenti diseconomie di scala e abbassamento della qualità della prestazione resa.”
“A ciò -prosegue il parlamentare ossolano- si aggiunge il crescente numero dei consulenti esterni per far fronte alla diminuzione dei dipendenti diretti, con il famoso fenomeno dei "gettonisti" che con buona pace di ciò che ha detto in Parlamento la Premier è ben lungi dall'essere risolto. Il risultato di questo sbilancio pesantissimo (per il quale sarebbe curioso sapere se sono stati dati premi di produzione alla manager uscente, Chiara Serpieri, e alla catena dirigenziale interna visto che la sanità italiana è l'unica azienda al mondo che premia i dirigenti con i premi di risultato al contrario!) è, direi per l'ennesima volta, la conferma che l'organizzazione sanitaria del Verbano Cusio Ossola divisa su due plessi concentrati in un'unica azienda non sta più in piedi. La Regione Piemonte sarà obbligata a ripianare questo buco di bilancio attingendo ai fondi del servizio sanitario nazionale, che significa distogliere risorse per nuovi servizi che non ci saranno visto che bisogna mantenere un secchio che sta perdendo acqua da diversi buchi. Ma anch'essa non può continuare all'infinito a ripianare, anzi con una determinazione della direzione generale della Sanità del Piemonte le ASL sono obbligate a rientrare entro tre anni sul pareggio di bilancio. Pena la messa in mora della Regione che rischia il piano di rientro.” E a questo livello il senatore arriva al punto: “Quindi la domanda sorge spontanea: come si pensa di far tornare il bilancio dell'Asl VCO in pareggio senza tagliare sui servizi, e mantenendo inalterata una struttura ospedaliera che produce extracosti e disservizi? E' una quadratura del cerchio irraggiungibile. E nel frattempo, rimane in qualche cassetto misterioso il parere del Ministero della Sanità sulla proposta regionale di ristrutturazione dei due presidi al posto dell'ospedale. La telenovela continua, Pantalone paga e i cittadini se ne vanno altrove. Sarebbe il caso di finirla qui con questa patologica dinamica“.