É un bilancio a due volti quello dei primi tre mesi del 2025 dell’aviazione civile. Da un lato ci sono i numeri incoraggianti recentemente pubblicati da Enac (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), relativi all’aumento dei voli, dei passeggeri imbarcati e delle tratte. Dall’altro i dati negativi sui disservizi, con ritardi e cancellazioni dei voli ormai all’ordine del giorno.
Nei prossimi paragrafi approfondiremo entrambe le facce della medaglia e proveremo a capire quali sono i diritti dei passeggeri in caso di cancellazione del volo.
I numeri dei voli in Italia
Nel primo quarto di 2025 il traffico aereo italiano è cresciuto di un incoraggiante 33%. Lungo lo Stivale sono stati effettuati più di 110mila voli, il 66% dei quali internazionali e il resto nazionali.
Fiumicino, come da previsioni, si è confermato l’hub principale del nostro Paese con oltre 3 milioni di passeggeri e il 24% dell’intera quota di mercato.
Numeri addirittura migliori rispetti a quelli del 2019, ultimo anno di traffico regolare prima della pandemia globale.
Ritardi, cancellazioni e disservizi: la situazione resta difficile
Se queste statistiche fanno ben sperare in vista della stagione estiva e dei prossimi anni, la prospettiva dal lato dei passeggeri è decisamente meno rosea. L’Italia si è infatti piazzata 17esima all’interno dell’UE per quanto riguarda la puntualità dei voli.
E non ha fatto meglio alla voce cancellazioni: nei primi 3 mesi dell’anno sono rimasti a terra circa 65mila passeggeri che avevano comprato il biglietto per 470 voli.
Quando spetta il risarcimento per il volo cancellato
La consolazione è che in caso di volo cancellato, la legge garantisce ai passeggeri notevoli tutele, sotto forma di rimborso dei biglietti, compensazioni economiche o trasporti alternativi. Diritti a cui vanno aggiunti, in caso di sosta obbligata in aeroporto, anche quelli all’assistenza (pasti, bevande ed eventuali alloggi in caso di riprogrammazione della partenza) e alle comunicazioni.
Come si legge sulle pagine di AirHelp, società specializzata nella tutela legale dei passeggeri vittime di disservizi aerei, in caso di volo cancellato un rimborso è previsto, con importi che possono variare da 250 a 600 euro.
Nessun rimborso o risarcimento, invece, è previsto dalla legge (in questo caso si fa riferimento al Regolamento CE/261 del 2004) se la compagnia avvisa della cancellazione con più di 14 giorni di anticipo sulla partenza, se il preavviso è minore ma il volo viene sostituito da un altro con orari più o meno simili, e se il disservizio è causato da circostanze eccezionali indipendenti dalla compagnia aerea.
In questa fattispecie rientrano le emergenze mediche e quelle di carattere geo-politico, gli atti di sabotaggio e terrorismo, le condizioni meteorologiche avverse e le limitazioni del traffico aereo. Non rientra invece lo sciopero del trasporto aereo.
Come richiedere il rimborso
Esistono tre strade diverse per chiedere il rimborso per il volo cancellato. La più immediata, per chi rimane bloccato in aeroporto, è quella di recuperare la carta d’imbarco e recarsi allo sportello della compagnia per chiedere chiarimenti e far partire la pratica risarcitoria. Il tutto senza accettare sconti sui voli successivi o codici promozionali che potrebbero far venir meno il diritto alle compensazioni.
Attenzione anche ai prezzi dei voli alternativi eventualmente proposti dalla compagnia. Se il passeggero li accetta e sono di classe superiore al suo non dovrà pagare nessun sovrapprezzo. Se è di classe inferiore avrà un rimborso tra il 30 e il 70% del biglietto pagato.
La seconda opzione è quella di chiedere il risarcimento online, se l’operatore ha un form dedicato, inserendo i propri codici di prenotazione ed eventuali testimonianze foto o video della cancellazione o dei ritardi accumulati.
L’ultima possibilità, per chi ha poco tempo o non vuole incappare in pratiche burocratiche complesse da gestire, è quella di affidare la richiesta di rimborso agli esperti legali di una delle varie realtà che si occupano di tutela dei passeggeri.
In arrivo una riforma del Regolamento CE 261?
Abbiamo accennato in precedenza al Regolamento CE/261 del 2004 come normativa di riferimento europea che stabilisce, fattispecie, limiti ed entità di rimborsi e risarcimenti.
Ma da qualche tempo si vocifera a livello continentale di eventuali modifiche da apportare al regolamento, basate su una proposta di revisione datata 2013 e tornata recentemente alla ribalta.
Il punto centrale del dibattito è quello di aumentare le entità dei ritardi che danno accesso ai risarcimenti. Ovvero spostare il limite dalle attuali 3 ore a 5 ore, 9 ore o 12 ore, a seconda della lunghezza del volo.
Alla luce dei dati relativi a ritardi e cancellazioni nell’ultimo anno e nei primi mesi del 2025 che abbiamo visto all’inizio di questa panoramica, è decisamente una ottima notizia per le compagnie aeree e una pessima novità per i passeggeri che si troverebbero ad affrontare disservizi ancora più gravi senza ricevere adeguate compensazioni e assistenza.
Foto da: https://cdn.pixabay.com/photo/2020/02/27/20/47/airplane-4885803_1280.jpg
Recensioni fornite in modo indipendente da un nostro partner nell’ambito di un accordo commerciale tra le due parti. Informazioni riservate a un pubblico maggiorenne.