Nei giorni scorsi un gruppo di scout di Roma ha scelto l’Ossola come meta per un viaggio alla scoperta del territorio, della natura e della storia. Alcuni rappresentanti del gruppo, chiamato Agesci Roma 50, hanno però voluto raccontare – tramite una segnalazione inviata a OssolaNews – un episodio spiacevole verificatosi proprio tra le montagne ossolane.
Di seguito il testo della lettera inviata.
“Siamo i capi del clan del gruppo scout Agesci Roma 50, formato da 17 ragazzi tra i 16 e i 20 anni, accompagnati da tre educatori tra i 25 e i 29 anni. Per la nostra Route di quest’anno abbiamo scelto la Val d’Ossola, spinti dal desiderio di conoscerne il territorio e la storia. Abbiamo intrapreso un cammino di circa una settimana a piedi, partendo da Crodo e arrivando fino all’Alpe Devero, con gli zaini sulle spalle e piccole tende per dormire.
Prima di partire, abbiamo organizzato con cura la logistica, contattando comuni e carabinieri forestali per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie e muoverci, come sempre, nella legalità e nel rispetto dei territori attraversati. Ci siamo riforniti nei market locali, sostenendo nel nostro piccolo l’economia della zona.
I nostri occhi si sono riempiti di meraviglia davanti a panorami mozzafiato, valli e montagne incontaminate. Ci siamo emozionati ascoltando i racconti della storia della Val d’Ossola, in particolare le vicende della Resistenza, che hanno profondamente colpito i nostri ragazzi e li hanno portati a riflettere sulla loro scelta di cittadinanza attiva. Abbiamo incontrato persone splendide – autisti di autobus, gestori di campeggi, sindaci e assessori – che ci hanno accolto con calore e che non dimenticheremo mai.
Purtroppo, questi ricordi luminosi si sono macchiati di episodi spiacevoli. In particolare, il 9 e 10 agosto, durante la nostra permanenza a San Domenico, dove eravamo stati gentilmente ospitati in un’area privata, siamo stati vittime di molestie da parte di un “branco” di una quindicina di ragazzi. Dal pomeriggio dell’arrivo fino a quello del giorno successivo, abbiamo subito un crescendo di violenza, alimentato da un evidente abuso di alcol e sostanze.
I ragazzi si presentavano incappucciati nel luogo delle nostre attività, inveendo contro di noi a gran voce. Ogni volta che ci recavamo in piazza per riempire le borracce, eravamo bersaglio di insulti, urla e minacce. La situazione è degenerata durante la notte, quando – mentre dormivamo in tenda – sono tornati a urlare e a lanciarci sassi, continuando anche dopo che noi educatori siamo usciti. Fortunatamente, i nostri ragazzi sono rimasti responsabilmente in tenda, mentre noi abbiamo chiamato immediatamente le forze dell’ordine. Al loro arrivo, la maggior parte del gruppo ostile era già fuggita, non senza averci pesantemente insultato.
Il mattino seguente, le molestie sono riprese: insulti e urla ci hanno accompagnato persino mentre eravamo seduti nella navetta che ci portava via. L’incubo è finito solo una volta lasciata San Domenico.
Allo spavento si è unito un grande dispiacere nel constatare la totale mancanza di educazione affettiva e di rispetto verso il prossimo, che ci spinge a proseguire con ancora più convinzione la nostra azione educativa.
Abbiamo deciso di raccontare questa esperienza perché crediamo che ciascuno debba sentirsi responsabile di ciò che accade: questo episodio rappresenta un fallimento per la società. Siamo convinti che ognuno possa fare la differenza, anche nel suo piccolo.
Conserviamo la speranza di tornare presto in Val d’Ossola, che resta per noi un luogo di straordinaria bellezza e di anime gentili”.