Vigezzo - 03 settembre 2025, 15:00

Il Raduno degli Spazzacamini: festa di popoli, memoria di bambini

Da simbolo di emigrazione e fatica a rito collettivo di ricordo: il Raduno vigezzino racconta anche la dura storia dei “bocia”, piccoli spazzacamini vittime di sfruttamento

Il Raduno degli Spazzacamini: festa di popoli, memoria di bambini

Una festa di popoli ma che è anche il momento del ricordo. Quello di un duro lavoro, svolto anche dai bambini. La parola spazzacamino ha purtroppo fatto in passato rima anche con l’espressione sfruttamento minorile. 
Il Raduno vigezzino affonda infatti le sue radici nella storia della valle e nel passato di emigranti dei suoi abitanti i quali, non trovando abbastanza sostentamento dai prodotti della terra, si videro costretti ad emigrare e la maggior parte di essi partì come rüsca, raggiungendo la Francia, la Germania, l’Olanda ed altri Paesi Europei. L’emigrazione vigezzina iniziò intorno al 1300, protraendosi fino al 1920-1930 con lo sfruttamento minorile: bambini di sei-sette anni “ceduti in affitto” ai “padroni” che setacciavano le terre più povere alla ricerca di bocia da infilare sui camini. E furono numerosi nella storia dei rüsca i bambini e i ragazzini che persero la vita in drammatici incidenti sul lavoro. 

Ed è racchiusa nella simbologia del monumento eretto a Malesco e dedicato a Faustino Cappini - il quattordicenne di Re che nel 1931 perse la vita su un tetto di una borgata milanese (toccando inavvertitamente i fili dell’alta tensione con la mano che stava sventolando dal camino per avvisare il padrone e il committente che aveva eseguito accuratamente il suo lavoro) tutta la drammaticità dell’inumana esperienza, dei patimenti, delle vessazioni e delle angherie a cui erano sottoposti dai padroni-datori di lavoro i piccoli spazzacamini. Avviati in tenera età a questa dura professione, erano infatti proprio loro, i bambini, per l’esile statura e la gracile corporatura i più richiesti dai datori di lavoro. I “bocia” venivano “affittati” dai genitori ad un padrone non tanto per rincorrere prospettive di guadagno ma solitamente per sollevare la famiglia per alcuni mesi all’anno di una bocca da sfamare. 
 

Redazione

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