Attualità - 11 settembre 2025, 16:05

Frontalieri, i sindacati italo-svizzeri: “No alla tassa sulla salute, servono chiarezza e confronto”

A Como la riunione dei Consigli interregionali: “Norma inapplicabile e incostituzionale. Governo e Regioni fermino l’iter e riaprano il tavolo interministeriale”

Frontalieri, i sindacati italo-svizzeri: “No alla tassa sulla salute, servono chiarezza e confronto”

Si è svolta venerdì 5 settembre a Como la riunione congiunta dei consigli sindacali interregionali (CSIR) italo-svizzeri, che ha visto la partecipazione delle organizzazioni sindacali di entrambi i Paesi. Al centro del confronto la cosiddetta “tassa sulla salute”, introdotta con la legge di bilancio del 2004 ma mai realmente applicata.

Le sigle sindacali – CGIL, CISL, UIL, UNIA, VPOD, OCST, SYNA e SYNDICOM – hanno espresso con fermezza la loro posizione.
«Confermiamo la nostra netta contrarietà all’applicazione di questa legge – dichiarano i CSIR di Ticino-Lombardia-Piemonte, Sondrio-Grigioni e Alpi Centrali –. Auspichiamo che i Ministeri della Salute e dell’Economia non procedano con la definizione del decreto attuativo, viste le incertezze normative ed efficaci di un provvedimento che rischia solo di penalizzare i lavoratori frontalieri».

I sindacati avvertono che, qualora la norma venisse attuata, «si percorrerà la via del ricorso al Tribunale ordinario per sollevare davanti alla Corte Costituzionale i profili di incostituzionalità».

Un altro punto critico riguarda l’incontro dello scorso luglio in Regione Lombardia. «Da un lato – spiegano i sindacati – è stata confermata l’intenzione di applicare la norma; dall’altro, sono state respinte le nostre proposte di trasformare la tassa in contributo volontario e non sono stati forniti dettagli concreti sulla destinazione del gettito. Il generico annuncio di destinare fino al 30% a un presunto welfare di frontiera non basta a garantire trasparenza né certezze per i lavoratori».

La riunione di Como ha toccato anche i problemi legati all’interpretazione delle nuove regole fiscali introdotte dalla legge 83/23, in seguito al trattato italo-svizzero del 2020. «Continuano i contenziosi – denunciano i CSIR – sulla definizione di vecchio e nuovo frontaliere, senza che sia mai stato attivato lo strumento di conciliazione previsto dalla legge». Ulteriori difficoltà emergono sulla corretta applicazione del decreto Omnibus e sui trattamenti sanitari, soprattutto per i frontalieri residenti oltre i 20 km e per i pensionati, ai quali viene richiesto il pagamento del trattamento sanitario essenziale.

I sindacati puntano il dito anche contro l’immobilismo istituzionale: «Il tavolo interministeriale previsto dalla legge 83/23, istituito lo scorso febbraio, non è mai stato riconvocato. È urgente che il Ministero del Lavoro lo riattivi e che Regione Lombardia, insieme ad altre Regioni interessate, si faccia parte attiva per fermare l’iter della tassa e rilanciare un confronto serio e costruttivo».

Infine, i CSIR annunciano nuove iniziative di mobilitazione: «Riteniamo necessario avviare una campagna di assemblee territoriali entro il mese di ottobre – concludono – per informare i lavoratori in modo chiaro e completo, andando oltre le dichiarazioni di principio e delineando una prospettiva di confronto reale».

Redazione

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