Sarà presentato il 19 settembre alle 18.00 al Caveau in corso Disegna a Domodossola il libro del domese Antonio Santopolo, “Un calabrese all'Abissinia”, pubblicato da Kartorafica Toce di Piedimulera. Il libro narra attraverso la storia di una famiglia anche quella della nascita del quartiere della Cappuccina e della presenza dei frati. Un argomento attuale nel momento in cui gli abitanti della Cappuccina si interrogano sul futuro delle opere create da frati con la loro collaborazione.
A poche settimane dal saluto ai padri cappuccini, che dopo 70 anni lasceranno la città per carenza di vocazioni, esce questo volume il cui ricavato sarà devoluto al missionario don Benoit Lovati e all'Ossola Amici dell'Ugi, l'organizzazione di genitori italiani contro il tumore dei bambini.
Alla presentazione con l'autore interverranno Domenico Malgeri e Silvana Da Roit. “Un calabrese all'Abissinia è un racconto che si allaccia alla storia della mia famiglia – spiega Antonio Santopolo -. Per me scrivere queste righe è un modo per dire grazie ai frati che per noi sono stati molto importanti. Hanno costruito quello che ancora oggi vediamo. Sicuramente il 5 ottobre sarò presente alla messa di saluto e di ringraziamento ai padri Cappuccini”.
Silvana da Roit nella presentazione scrive: “È un racconto di vite intrecciate, di un periodo irripetibile in cui uomini e donne si sono rimboccati le maniche per costruire qualcosa che andasse oltre le mura di una casa. È il racconto della Cappuccina com'era agli inizi. Una terra da inventare – prosegue Da Roit - un quartiere che ancora non c'era, ma che nella mente e nel cuore di chi ci abitava già cominciava a prendere forma. In queste pagine c'è l'eco della voce di padre Michelangelo, frate cappuccino che ha saputo farsi guida, amico, architetto di sogni reali. Non ci sarebbe stata la Cappuccina senza di lui e senza il popolo generoso che, mattone dopo mattone, ha trasformato un'idea in quartiere”.
Nel libro si racconta anche della nascita del villaggio di carrozze di Osso di Croveo, il Treno dei Bimbi. È questo il secondo libro che Antonio Santopolo dà alle stampe dopo “Un ciclone biondo” scritto in memoria della figlia Simona, morta a 22 anni in un incidente stradale avvenuto a Milano.