Attualità - 26 settembre 2025, 13:10

Grido d'allarme della Fipsas Vco: sempre meno pesci nei corsi d'acqua

Torrenti e fiumi si impoveriscono; l'assessore regionale Bongioanni conferma la battaglia del Piemonte per chiedere il riconoscimento della trota fario come specie autoctona

Grido d'allarme della Fipsas Vco: sempre meno pesci nei corsi d'acqua

I pescatori dilettanti del Verbano Cusio Ossola lanciano ancora una volta il grido d'allarme: i fiumi si sono impoveriti, ci sono meno pescatori dilettanti e il territorio non è più vigilato come qualche anno fa.

Il problema si sta aggravando dopo che alcuni anni fa è stato dato lo stop alla semina di specie ittiche alloctone: "Questi pesci sono presenti sulle Alpi da 150 anni - spiega Gian Mauro Bertoia, presidente Fipsas -. Ne è stata vietata la semina, ma nei nostri fiumi ci sono nemici che ne stanno compromettendo la riproduzione, così sono sempre di meno e i pescatori perdono interesse". I nemici cui fa riferimento Bertoia sono i prelievi idrici, le scale di rimonta, il cambiamento climatico che fa depositare molto più limo glaciale sui fondali, i lavori in alveo d'inverno, momento in cui i pesci si riproducono, e anche i predatori. Questi ultimi infatti starebbero creando problemi anche sul lago Maggiore: vi sarebbero 3500 cormorani che pescano ogni giorno, per nutrirsi, quintali di pesce.

Diminuendo i pesci, diminuiscono anche i pescatori: "Passa l'interesse - dice Bertoia - i laghetti artificiali sono pieni di appassionati, ma sui fiumi c'è sempre meno gente. Il pescatore da sempre svolge azione di controllo del territorio, segnalando anomalie, discariche abusive, problemi". Una sorta di pattugliamento, insomma, che sta venendo a mancare. Senza considerare che anche la pesca dilettantistica genera economia: si acquistano attrezzature, giungono in zona appassionati da fuori che usufruiscono di servizi locali.

Queste difficoltà sono state rappresentate da Bertoia all'assessore regionale alla pesca Paolo Bonioanni, presente ieri al Tecnoparco del lago Maggiore, sede della provincia: "Abbiamo chiesto la riapertura della semina di trota fario e trota iridea - ha sottolineato - per non far morire i fiumi".

“L'immissione della trota fario è una battaglia che, come regione Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna stiamo portando avanti insieme - spiega l'assessore Bongioanni - da quando il ministro Pichetto non ha più rinnovato l'emendamento che ne consentiva la proroga alle immissioni. La situazione è pesante. È appena stato approvato un emendamento in commissione agricoltura in Senato, che individua la trota fario come autoctona ed è un piccolo passo. Noi continueremo a sollecitare Roma perché ci dia la lettura differente e corretta, ovvero che la trota fario è un pesce autoctono e pertanto può essere seminato".

Miria Sanzone

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