Con una media nazionale di adesione superiore all’87% - con picchi del 92% in zone quali l’Ossola e Stresa - e con molte realtà in cui la partecipazione è stata totale, le lavoratrici e i lavoratori del settore dei servizi ambientali hanno inviato un segnale forte alle controparti datoriali: il contratto deve essere rinnovato senza più indugi, con risposte concrete ai bisogni reali, con più tutele per salute e sicurezza, salari adeguati al costo della vita e rispetto per chi garantisce ogni giorno un servizio essenziale per i cittadini e l’ambiente. C’è stata una straordinaria partecipazione sia allo sciopero che alle centinaia di presidi organizzati in tutta Italia.
A prefetti, sindaci e rappresentanti dell’Anci, Fp Cgil, Fit Cisl Uil Trasporti e Fiadel territoriali, hanno rappresentato le ragioni dello sciopero, incentrate su tematiche strategiche per il futuro del settore: rafforzare le misure preventive a tutela della salute e sicurezza, per azzerare le troppe morti sul lavoro e le tante patologie professionali; valorizzare le professionalità per fermare la fuga di competenze verso altri settori e sostenere lo sviluppo industriale del settore; adeguare i salari erosi dall’inflazione al reale costo della vita; tutelare i lavoratori in appalto contrastando ogni forma di dumping contrattuale. Necessità inconciliabili con strategie datoriali che paiono ispirate soltanto a due inaccettabili obiettivi: allungare all’infinito i tempi della trattativa e comprimere il costo del lavoro per rinnovare al ribasso il contratto unico dei servizi ambientali.
Con la grande partecipazione allo sciopero del 17 ottobre, le lavoratrici e i lavoratori dei servizi ambientali hanno confermato e sostenuto la linea decisa dal coordinamento nazionale unitario: organizzare e proseguire la mobilitazione fino al rinnovo del Ccnl. In assenza di una celere ripresa delle trattative, che dia risposte concrete per il rinnovo del Ccnl, Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel attiveranno ulteriori forme di mobilitazione, per porre le associazioni datoriali di fronte alle proprie responsabilità. Se alla consapevole determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori corrisponderà la disponibilità concreta delle imprese, le trattative potranno riprendere con rinnovato slancio verso un esito positivo. Se invece le associazioni datoriali continueranno a considerare il lavoro solo come un mero costo da comprimere, ci rivedremo nelle assemblee, in ogni luogo di lavoro e nelle piazze delle nostre città. Sapremo rivendicare ancora una volta il diritto a non morire o ammalarsi di lavoro, alla piena dignità professionale, ad un giusto salario, al libero e democratico esercizio del diritto di sciopero.