In occasione del 4 novembre, giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, il comitato Ossola “Ferma il riarmo” ha condiviso una riflessione in merito al tema delle guerre e del riarmo. Di seguito la nota del comitato.
“In occasione del 4 novembre, giornata dell'unità nazionale e delle forze armate, anche noi vogliamo ricordare i caduti della Prima guerra mondiale: tutti i caduti, non solo di una parte, che furono tra 15 e 17 milioni, tra militari e civili (fonte: Associazione Nazionale Combattenti Reduci). L “inutile strage” ebbe un bilancio finale per l’Italia di oltre 650.000 soldati uccisi e più di un milione feriti, dei quali molti con gravi mutilazioni. A questi si aggiunsero più di 600.000 vittime civili a causa di bombardamenti e occupazioni militari, carestie ed epidemie. La maggior parte delle vittime erano contadini ed analfabeti esclusi dal diritto di voto e obbligati (da un governo che li considerava solo carne da cannone) a farsi ammazzare o a uccidere nemici che non conoscevano. Fu una immane tragedia che, come tutte le guerre, non risolse nulla, ponendo invece le basi per l’avvento del fascismo e della successiva Seconda guerra mondiale. Ma ancora si vuole insistere con roboanti parate militari, nella retorica del “sacrificio dei nostri caduti”, nascondendo le migliaia di soldati barbaramente fucilati per il loro rifiuto a combattere.
Oggi una uguale deriva bellicista sembra rinascere nel mondo e anche tanti Paesi europei, compreso il nostro, rincorrono la folle logica del riarmo, rischiando di ricreare le stesse condizioni che negli anni bui di inizio Novecento portarono alla tragedia. Per questi motivi esprimiamo la nostra contrarietà verso le politiche di aumento delle spese militari e di sostegno all’industria bellica, che sottraggono risorse a bisogni essenziali del Paese e alimentano un’economia di guerra, in un tempo così complesso e attraversato da conflitti armati.
Piuttosto che festeggiare, riteniamo sia doveroso richiamare l'importanza della riduzione delle spese militari e il valore del dissenso nei confronti di tutto ciò che provoca ecocidi, genocidi e alimenta un’economia di guerra. Crediamo che la sicurezza dei popoli si costruisca non con il riarmo, ma con una sicurezza reciproca basata sulla diplomazia e sul diritto internazionale e con il riconoscimento dei diritti essenziali delle persone e dei popoli stessi. Chiediamo questo riconoscimento per la Palestina, tuttora sotto occupazione israeliana, per l’Ucraina e per tutti gli altri territori in guerra. Anche per il 2026 la spesa militare italiana è destinata a crescere. Secondo la legge di bilancio, il ministero della difesa disporrà di 32,4 miliardi di euro, oltre 1,1 miliardi in più rispetto al 2025 (fonte www.milex.org), in linea con gli impegni Nato, ma in contrasto con i nostri principi costituzionali di pace e di giustizia sociale che dovrebbero orientare la spesa pubblica. Chiediamo di uscire dalla logica armata, di disinnescare le radici economiche delle guerre, di orientare il Paese verso una pace costruttiva.
Invitiamo la popolazione martedì 18 novembre alle ore 20.45 a Casa Don Gianni a Domodossola (Via dell'Artigianato, 13) alla proiezione del docufilm “Il successore”, a cui seguirà la testimonianza dal vivo del protagonista Vito Alfieri Fontana, prima produttore di mine antiuomo, poi sminatore”.





