Cos’hanno in comune la Juventus di Torino e la Virtus Villadossola? A prima vista, nulla. Eppure le due società condividono un primato straordinario: sono le uniche realtà calcistiche piemontesi che, dal dopoguerra a oggi, non hanno mai saltato un campionato FIGC e non hanno mai conosciuto fallimenti o fusioni con altre squadre.
In un panorama calcistico regionale che ha visto, negli anni, difficoltà anche per club storici come Torino, Novara, Alessandria, Casale e Pro Vercelli, la Virtus rappresenta un’autentica eccezione di stabilità e continuità. Un piccolo miracolo sportivo e umano, costruito grazie alla passione di generazioni di dirigenti, atleti e tifosi.
Dalle origini al dopoguerra
La Società Virtus Villadossola nasce ufficialmente il 6 novembre 1945, raccogliendo l’eredità della A.S. Villadossola, attiva prima della Seconda guerra mondiale.
Le sue radici affondano però ancora più indietro, nel 1911, anno di fondazione dell’Unione Sportiva Villadossola, polisportiva che negli anni Venti cominciò a dedicarsi anche al calcio.
Nel corso dei decenni la Virtus ha vissuto periodi di grande splendore alternati a momenti difficili, ma senza mai scomparire. Ogni volta che la società sembrava sul punto di arrendersi, un gruppo di appassionati villadossolesi si è fatto carico di tenerla in vita, garantendone la continuità.
Gli anni d’oro e la crescita sportiva
Fino ai primi anni Novanta la Virtus ha militato stabilmente nel massimo campionato dilettantistico regionale, via via denominato Prima Divisione, Prima Categoria, Promozione ed Eccellenza.
Il decennio d’oro è quello tra la fine degli anni Sessanta e la fine dei Settanta, quando la formazione biancoazzurra fu protagonista nei campionati di Promozione, lottando più volte per la promozione in Serie D.
Indimenticabile la stagione 1970/71, quando la Virtus concluse il torneo a pari punti con Juve Domo e Albese, disputando un emozionante spareggio a tre per l’accesso alla Serie D. Anche se la promozione sfumò, quella rimane ancora oggi la stagione più bella e seguita nella storia della società.
Una storia raccontata nei libri
La storia della Virtus è così ricca da essere diventata oggetto di due pubblicazioni:
“U.S. Villadossola – A.S. Virtus Villa 1911–1975: 65 anni di sport” di Franco Michetti (1978);
“Virtus Villa 1945–2020: 75 anni di calcio” di Marco Barbetta, edito da La Pagina nel 2021.
Due opere che raccontano non solo le vicende sportive, ma anche il ruolo sociale e identitario della Virtus per la comunità villadossolese.
Verso gli 80 anni: la festa al “Felino e Franco Poscio”
Per celebrare l’ottantesimo anniversario, la società sta organizzando una giornata di festa allo stadio “Felino e Franco Poscio”, aperta a tifosi, ex giocatori e simpatizzanti.
L’appuntamento è fissato per domenica 30 novembre, con un programma che sarà comunicato nei prossimi giorni.
I migliori piazzamenti
🏆 Prima Divisione 1946/47 e 1947/48 – due trionfi consecutivi, appena un gradino sotto la Serie C.
1947: mancata promozione in Serie C nonostante la vittoria del campionato, per scelta prudente della dirigenza.
1967/68: quinto posto in Prima Categoria e ammissione al nuovo campionato di Promozione.
1968/69: terzo posto nel primo torneo di Promozione regionale.
1970/71: stagione memorabile con spareggi per la Serie D.
1971/72: terzo posto a pari merito con l’Aosta.
1973/74: terzo posto dietro Aosta e Meina.
1976/77: terzo posto con Pereni e Maioni in squadra.
1989/90: vittoria in Prima Categoria e ritorno in Promozione.
1991/92: quinto posto nel neonato campionato di Eccellenza.
2004/05: vittoria in Prima Categoria e promozione.
Palmarès
2 campionati di Prima Divisione (1946/47, 1947/48)
3 campionati di Prima Categoria (1989/90, 2004/05, 2019/20)
3 campionati di Seconda Categoria (1962/63, 2010/11, 2018/19)
1 campionato di Terza Categoria (2017/18)
Una storia di calcio, comunità e passione
Oggi la Virtus Villadossola rappresenta molto più di una squadra: è un simbolo di resilienza sportiva e identità collettiva.
Ottant’anni di calcio senza interruzioni, senza fallimenti, senza compromessi: un record che racconta l’amore per lo sport e per una comunità che, stagione dopo stagione, ha saputo restare unita attorno ai propri colori biancoazzurri.





