Eventi - 10 novembre 2025, 14:00

“Fo’ i Miracol!”: il ritorno dei giullari tra ironia, fede e teatro popolare

Un viaggio nel Medioevo attraverso la figura poliedrica che animava piazze e corti: in scena il 15 novembre il primo spettacolo della nuova rassegna "Stelle a Trasquera"

“Fo’ i Miracol!”: il ritorno dei giullari tra ironia, fede e teatro popolare

Attore, poeta, musicista, cantastorie, saltimbanco, ciarlatano… tutto questo e molto altro era il giullare, figura artistica poliedrica che animava piazze e corti nel tardo Medioevo. Con le sue giullarate, il giullare divertiva e insieme faceva riflettere, mescolando comicità e critica sociale, fede e ribellione, ironia e profondità morale. Sabato 15 novembre, questa particolare figura rivive sul palco della Casa del Cappellano di Trasquera grazie allo spettacolo "Fo' i miracol!" della compagnia Astra, nell'ambito della prima rassegna teatrale in scena nel comune divedrino, "Stelle a Trasquera".

Ben lontano dall’immagine stereotipata del buffone, il giullare era portatore di insegnamenti universali: l’amore per la vita, il rispetto del prossimo, la condanna delle ingiustizie e dei potenti. Nelle sue esibizioni, spesso intrise di riferimenti religiosi, santi e figure sacre assumevano tratti umani, talvolta grotteschi, ma sempre riconducibili a una dimensione solenne e spirituale.

Da questa tradizione nacque anche la Commedia dell’Arte, che eredita dai giullari la libertà creativa, l’improvvisazione e la costruzione dei suoi celebri personaggi — da Arlecchino a Pulcinella, da Brighella a Zanni.

Sulle sponde lombarde del Lago Maggiore si sviluppò invece la figura dei fabulatori, narratori popolari che, come i giullari, intrecciavano racconti comici ispirati ai testi sacri. Le loro storie, raccontate con un linguaggio volutamente impacciato e ironico, giocavano sugli errori e sulla confusione, trasformando la debolezza in comicità.

“Fo’ i Miracol!” raccoglie tre adattamenti di giullarate del 1200 e due fabulazioni, costruendo un intreccio di parole, ritmo e gesti che restituisce al pubblico la forza arcaica e coinvolgente del teatro popolare.

La lingua dello spettacolo si ispira al lombardo antico, arricchito da sonorità dei dialetti del Nord Italia, e rimane fedele alla tradizione: un solo attore in scena, nessuna scenografia, nessun artificio, se non il proprio corpo e la propria voce.

a.f.

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