Sanità - 14 novembre 2025, 07:17

Allarme violenze contro gli infermieri: in Italia un operatore su quattro subisce aggressioni ogni anno

Lo studio del sindacato Nursing Up: oltre 125mila episodi tra casi denunciati e sommersi. De Palma: "Pronto soccorso come trincee, servono interventi strutturali e rispetto per chi cura"

Allarme violenze contro gli infermieri: in Italia un operatore su quattro subisce aggressioni ogni anno

L’Italia è tra i Paesi europei con la più alta incidenza di violenze contro gli infermieri. È quanto emerge da uno studio del sindacato Nursing Up, che stima oltre 125mila aggressioni ogni anno, di cui solo circa 5mila denunciate. I restanti 120mila episodi rientrano nel cosiddetto “sommerso”: violenze fisiche o verbali che non vengono segnalate per paura di ritorsioni o per sfiducia nelle tutele.

Secondo i dati, un infermiere su quattro in Italia subisce almeno un episodio di violenza ogni anno. In rapporto al numero di operatori (circa 460mila), la percentuale di vittime – tra il 27 e il 28% – risulta superiore a quella di Paesi come Regno Unito, Francia e Germania.

A titolo di confronto, nel Regno Unito si contano 74mila denunce all’anno su 850mila infermieri (circa il 15% del totale), in Francia 24mila casi su 843mila operatori (12%), mentre in Germania 38mila aggressioni denunciate su 1,3 milioni di professionisti (10–12%).

Dietro i numeri ufficiali, denuncia Nursing Up, si nasconde una realtà ancora più preoccupante. «In Italia – spiega il sindacato – solo un episodio su venticinque viene denunciato». Una percentuale di sommerso tra le più alte d’Europa, dovuta alla mancanza di protocolli uniformi e di adeguate garanzie di tutela.

«Siamo davvero al limite – commenta Antonio De Palma, presidente del Nursing Up –. I pronto soccorso italiani sono diventati trincee. I governi di ogni colore hanno ignorato il problema o si sono limitati a leggi spot. Senza più personale e senza filtri territoriali, la rabbia dei cittadini esplode sui nostri operatori».

Le misure adottate finora – come l’inasprimento delle pene e la sperimentazione delle bodycam – non bastano, secondo il sindacato. «Ogni aggressione è un segnale d’allarme: quando si colpisce un infermiere, si ferisce l’intero sistema sanitario pubblico».

Tra le proposte del Nursing Up figurano l’istituzione di un registro nazionale delle aggressioni, la presenza fissa di presidi di sicurezza nei pronto soccorso, la formazione obbligatoria per il personale sulle tecniche di de-escalation, una campagna pubblica per il rispetto verso chi cura e un piano straordinario di assunzioni per almeno 65mila nuovi infermieri, a fronte di una carenza stimata in 175mila unità.

«Non chiediamo protezione speciale – conclude De Palma – ma rispetto, sicurezza e condizioni di lavoro dignitose. Se non si interviene ora, questa piaga sociale continuerà a minare la fiducia tra cittadini e professionisti della salute».

comunicato stampa a.f.

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