Il Partito Democratico di Domodossola, guidato dal segretario Nino Leopardi, ha inviato una lettera al sindaco Lucio Pizzi sul tema della sicurezza in città. Di seguito il testo della lettera.
“Egregio signor sindaco, ci rivolgiamo a lei come massimo responsabile della comunità cittadina domese per un ragionamento che auspichiamo diventi collettivo e che possa attraversare tutte le sensibilità politiche presenti in città. Ci sono eventi - sicuramente già a sua conoscenza e che si stanno ripetendo con sempre maggiore frequenza - che, minimizzando, possiamo definire di disturbo della quiete pubblica, con gruppi di giovani quali protagonisti. Non conosciamo il motivo e la causa di tali comportamenti, né conosciamo la storia personale e la provenienza di questi giovani.
Come partito e come gruppo consiliare certamente non siamo in grado di condurre indagini, ma possiamo solo far nostri e testimoniare nelle sedi opportune il disagio e la crescente preoccupazione dei molti cittadini che, la sera, vorrebbero piacevolmente frequentare i luoghi di ritrovo della nostra città. Soprattutto, facciamo nostro e portiamo a conoscenza il disagio di molti genitori che vivono con apprensione le serate di svago dei propri figli.
La nostra sensibilità umana - prima che politica - ci fa ragionare e impegnare sulla necessità di rimuovere il malessere sociale ed economico che, a volte, può sfociare in comportamenti più o meno criminosi. È nostra convinzione che i cittadini, naturalmente non attrezzati contro la violenza e giustamente non propensi a rispondere con gli stessi modi a quelle forme di aggressione, debbano essere protetti efficacemente dalle strutture proprie di uno Stato democratico.
Siamo consci della delicatezza e della difficoltà dell' argomento e siamo consapevoli che non si possono chiedere gesti di eroismo da parte di alcuno. Allo stesso modo siamo però convinti che qui è in gioco la responsabilità di ciascuno quale componente di una comunità civile.
A nostro avviso è indispensabile che, su questa situazione, si apra uno spazio di discussione con un ragionamento “laico” e l'invito che le rivolgiamo è quello di occupare, in tale spazio, la posizione che le compete quale primo cittadino. L'obbiettivo è quello di individuare tutti gli strumenti utili a contrastare il fenomeno che tutti preoccupa, che riguarda certo la sicurezza dei cittadini ma la cui complessità indica che non può essere ridotto al semplice “ordine pubblico”. L'invito è anche quello di svolgere questa funzione di guida in forma collegiale: in primis insieme alle forze politiche cittadine, ma chiamando a collaborare quelle figure competenti su una materia così delicata come quella del “disagio giovanile”.
Comunque, resta fondamentale manifestare con forza le preoccupazioni della nostra città presso quelle figure istituzionali preposte alla sicurezza e tutela dei cittadini. Carabinieri, polizia e finanza devono poter dare una presenza programmata e non occasionale nei luoghi a tutti noti e nelle ore più critiche. È pure necessaria una riflessione sui compiti della nostra polizia municipale e sulle modalità del suo impiego.
Infine, ricordando che la nostra città fa parte di un territorio di confine, è sempre da temere che dietro ogni fenomeno di criminalità “minore” facilmente si possono celare traffici di ben maggiore dimensione criminale, come già verificatosi in passato. A tal proposito, non sarebbe improprio un richiamo anche verso quelle figure politiche di governo che spesso hanno affrontato il tema sicurezza con toni propagandistici sostanzialmente inefficaci”.





