Attualità - 20 dicembre 2025, 17:40

Il tempo sospeso di Macugnaga

Impianti chiusi, neve incerta e temperature anomale: in vista delle festività le prenotazioni ci sono, ma il timore è tanto

Il tempo sospeso di Macugnaga

Ancora una volta Macugnaga sta vivendo nell'attesa. Ai piedi del Monte Rosa, con l'inizio delle festività ormai imminente, manca un documento ufficiale per riaprire le seggiovie del Belvedere. Il meteo, poco favorevole con temperature elevate e la persistente scarsità di neve, non incoraggia. Nonostante questo, il lavoro sugli impianti non si è mai fermato:

“Stiamo facendo tutto il possibile per essere pronti, e lo siamo – spiegano i gestori – , manca solo che le condizioni permettano di aprire in sicurezza”.

Per il fine settimana di sabato 20 e domenica 21 dicembre, la situazione resta limitata. Nel comprensorio del Belvedere saranno aperti esclusivamente i tappeti del campo scuola di Pecetto, con orario dalle 9.00 alle 16.30, mentre l’apertura di tutti gli altri impianti è rimandata. Il Passo Moro resterà invece completamente chiuso. Confermato il servizio gratuito di skibus Staffa–Pecetto, disponibile solo su prenotazione.

Un segnale concreto, tuttavia, è arrivato nelle scorse ore: alla presenza del verificatore abilitato è stato effettuato il collaudo delle seggiovie Pecetto-Burki - Belvedere, concluso con esito positivo. Ora si attende il documento ufficiale di Anfisa che consentirà la riapertura al pubblico. Non è una questione di volontà, ribadiscono dal territorio: appena le condizioni lo permetteranno, si partirà.

Nel frattempo, però, il paese vive una sorta di “tempo sospeso”, che pesa soprattutto su chi lavora grazie alla montagna invernale. Francesco Valente, dei rifugi al Belvedere e al Monte Moro, parla di una situazione “al limite dell’ingestibile. I rifugi funzionano se le persone possono arrivare in quota”, spiega. Valente racconta di essere salito solo ora, per la prima volta, al rifugio con il gatto delle nevi, per iniziare le preparazioni dopo settimane senza richieste e senza possibilità di lavorare.

La preoccupazione è condivisa anche dai commercianti. Paolo Rigotti, esercente a Pecetto, riferisce che durante il ponte dell’Immacolata il fatturato è crollato del 60% rispetto all’anno scorso. “Per noi – spiega – circa tre quarti del lavoro dipendono dal funzionamento degli impianti e delle piste da sci”.

Da qui nasce una riflessione più ampia sul futuro, e in paese in molti stanno iniziando a discutere su come superare questa situazione. È evidente la necessità di rafforzare le alternative allo sci: a breve dovrebbe riaprire la pista di pattinaggio, grazie all'interessamento di un gruppo di cittadini, ma sulla riapertura del centro benessere sopra la piscina, attualmente chiuso per l’assenza di un gestore, non c'è certezza. Eppure potrebbe costituire un'offerta per i villeggianti in caso di impossibilità a sciare. Nei mesi scorsi, invece, hanno funzionato bene iniziative ed eventi, dalle proposte per i bambini alle manifestazioni stagionali, dimostrando che una diversificazione è possibile.

Ristoratori, albergatori e operatori turistici di Macugnaga si interrogano ora sulle azioni da mettere in campo per destagionalizzare e adattarsi a un cambiamento climatico sempre più evidente: basta pensare ai nove gradi registrati in pieno giorno nei giorni scorsi in quota. Un problema che riguarda tutte le Alpi, ma che qui si somma all’attesa forzata per la riapertura degli impianti, senza i quali è impossibile portare i visitatori in montagna. Le prenotazioni negli hotel per Natale e Capodanno ci sono, ma lo sci rimane per molti uno dei motivi per soggiornare nella Perla del Rosa. In attesa della neve e dei via libera ufficiali, Macugnaga resta dunque sospesa, con lo sguardo rivolto al cielo sì, ma anche e soprattutto al futuro.

Miria Sanzone

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