“Vista la situazione ormai non più rimandabile ed insostenibile su tutto il territorio regionale, è necessario attivare tutte le possibili tipologie di intervento, anche di livello straordinario, che possano permettere di ridurre in modo significativo la presenza della fauna selvatica. I numeri parlano chiaro: occorre potenziare la caccia di selezione e le azioni di contenimento, riconducibili ai piani definiti a livello provinciale, così da permettere un’efficace e sinergica azione di intervento. Il livello di criticità raggiunto richiede altresì l’estensione del periodo in cui è possibile esercitare la caccia programmata, superando le rigidità normative”, è quanto affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale in seguito all’incontro che si è tenuto con i Prefetti del Piemonte, la Regione, il presidente dell’ISPRA, i rappresentanti delle diverse Amministrazioni provinciali e l’ANCI vista la drammaticità della problematica che riguarda la fauna selvatica in termini ambientali, sanitari e di incolumità pubblica.
“Dopo il recepimento, da parte delle Regione, della sentenza della Corte Costituzionale n.21 del 14 gennaio 202, ora serve una regia chiara a livello regionale, affinché gli enti provinciali agiscano concretamente, attivando i percorsi formativi per i cacciatori ed adeguando i piani di contenimento per incrementare il numero dei soggetti che possono essere coinvolti, anche attraverso il superamento regionale del blocco delle assunzioni di guardie in servizio presso le Province e le Città Metropolitane. Indispensabile è che tutti gli enti ed attori presenti sul territorio adottino gli atti e i provvedimenti, anche di carattere straordinario, volti a superare una condizione che sta assumendo una dimensione di elevato rischio e minaccia per la stessa incolumità e salute pubblica. Per questo motivo auspichiamo un coinvolgimento diretto anche dei sindaci attraverso l’emanazione di ordinanze ai sensi dell’art.54 del decreto legislativo n. 267/2000".
"Altro punto fondamentale – continuano Moncalvo e Rivarossa - vista ormai la situazione di saturazione in cui siamo, è quello di fornire, da parte dei soggetti preposti quali Province e Città Metropolitane, Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), Comprensori Alpini (CA) ed Enti Parco, un puntuale e settimanale aggiornamento rispetto ai risultati raggiunti, ovvero al numero di capi abbattuti. Ricordiamo che ridurre la popolazione dei cinghiali è la priorità rispetto anche alla diffusione del virus della Peste suina africana che rappresenta un elevato rischio per il nostro patrimonio suinicolo e per l’intera filiera collegata. Ci auguriamo, quindi, che questo sia stato un primo tavolo che vedrà poi, in tempi rapidi, una prosecuzione per rendere davvero attuativi gli interventi di cui si è discusso”.
"Bene l’appello alla Ue per chiedere interventi mirati dopo le ondate di gelo che, nel mese di marzo e aprile, hanno investito gran parte del territorio nazionale e alcuni Paesi europei, causando danni al settore agricolo, con particolare riferimento al comparto ortofrutticolo e a quello vitivinicolo". E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla missiva inviata oggi alla Commissione europea, sottoscritto da Italia, Francia e Grecia per chiedere di mettere in campo idonee misure di aiuto urgenti e transitorie per sostenere le imprese danneggiate, conformemente a quanto consentito dall'articolo 221 del regolamento sulla Organizzazione unica di mercato.
Nei primi giorni di aprile, da nord a sud del Piemonte, con le temperature che per molte ore sono state sotto zero, a soffrire sono state particolarmente le colture frutticole, orticole, piccoli frutti e quelle viticole a macchia di leopardo. I danni sono arrivati anche al 100% per kiwi ed albicocche.
“La produzione di frutta – sottolineano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale - è stata duramente compromessa dalle gelate con danni ingenti per tutto il nostro Piemonte. Una situazione per la quale è ancora insufficiente l’incremento del Fondo di solidarietà nazionale per 105 milioni di euro previsto nel Dl Sostegni bis al fine di ristorare i danni a produzioni, strutture e impianti produttivi delle aziende colpite dalle gelate e brinate dell'aprile 2021".
"Siamo di fronte, in Italia, alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.