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Regione | 18 dicembre 2022, 14:20

Risparmio, ecco le scelte dei piemontesi

La quota di famiglie che affermano di aver risparmiato nell’ultimo anno è del 52,3%, in crescita di 5 punti rispetto all’indagine dello scorso anno

Risparmio, ecco le scelte dei piemontesi

In Piemonte la quota di famiglie che affermano di aver risparmiato nell’ultimo anno è del 52,3%, in crescita di 5 punti rispetto all’indagine dello scorso anno. Emerge dall’Indagine 2022 sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani, curata dal Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo.

Ben il 17,7% delle famiglie (contro il 10,2% dell’anno scorso) ha risparmiato con un’intenzione precisa, il 27,3% è un “risparmiatore involontario” e il 7,3% dichiara di “non essere riuscito a spendere”, presumibilmente a causa del protrarsi di alcune limitazioni imposte dall’emergenza Covid.

La casa (o la sua ristrutturazione) è il motivo principale del risparmio intenzionale in ben il 34,8% dei casi (contro il 24,9% l’anno passato e il 21,2% medio italiano); mentre le motivazioni legate ai figli, per aiutarli nei primi anni autonomi o per la loro istruzione, raggiungono l’11,5% (è assente il motivo ereditario), contro un dato italiano del 15,3% (che include il 3,7% di soggetti che ha risparmiato per lasciare un’eredità).

Il generico risparmio precauzionale per eventi imprevisti riguarda meno della metà dei soggetti rispetto all’anno passato: è il motivo principale per il 24,6% (50,5% l’anno passato), al quale si aggiunge il 18,7% (15,7% l’anno scorso), che dichiara di aver risparmiato per fronteggiare i rischi legati alla situazione dovuta alla pandemia (il dato italiano è, rispettivamente, 26,8% e 16,1%). Infine, il risparmio per l’età anziana incide per il 6,7% (15,6% in Italia), apparentemente scompare (in Piemonte ma non a livello nazionale, dove vale il 6%) la motivazione legata alla necessità di sostenere spese di assistenza medica in vecchiaia.

Tra chi ha risparmiato è stata rilevata una riduzione della quota media di reddito destinata al risparmio, che era salita l’anno scorso dal 13,8% al 14,6% del reddito e che arretra al 10,9% quest’anno. Il valore per l’Italia è dell’11,5%. 

Comunque, rispetto al dato registrato in Italia, è stata più forte in Piemonte la crescita dei depositi bancari e postali dal 2019, ultimo anno pre-pandemico: 14,3% contro il 13% (in totale 17,6 miliardi tra il 31 dicembre 2019 e il 30 giugno 2022, oltre il 7% dell’intera crescita nazionale di circa 240 miliardi). I valori più elevati riguardano le famiglie consumatrici (+9,1 miliardi) e le società non finanziarie (+7,6 miliardi). 

Migliora, dopo la caduta dell’anno passato, il giudizio sulla propria condizione reddituale e, in particolare, l’ottimismo sul reddito previsto nell’età anziana.

Il 96% del campione piemontese dichiara di essere stato completamente indipendente dal punto di vista finanziario nel 2021 (il 93,3% in Italia e il 94,7% nel Nord-Ovest), in recupero rispetto al dato dell’anno passato (93,1%). Chi è stato finanziariamente indipendente, completamente o parzialmente, afferma di aver raggiunto tale traguardo a un’età media di circa 22 anni (circa 23 anni in Italia). 

Sale al 79,2% (contro il 70,1% dell’anno scorso) la percentuale d’intervistati che ritengono di avere un reddito adeguato al proprio sostentamento. Il 64,8% dei piemontesi reputa il proprio reddito sufficiente (erano il 53,4% nell’Indagine 2021), per il 14,4% è più che sufficiente (erano il 16,7%). In Italia il 73,5% dichiara di avere un reddito adeguato: il 58,1% lo ritiene sufficiente e il 15,4% più che sufficiente. 

In decisa crescita l’ottimismo sulla propria condizione reddituale in età anziana (65-70 anni). Per il 71,7% degli intervistati con un’età inferiore ai 60 anni (contro il 53,1% dell’indagine 2021), il reddito all’età della pensione sarà almeno sufficiente al proprio sostentamento (60,4% in Italia). Scende al 3,7% (dall’11,6% del 2021) la quota di chi ritiene che il proprio reddito non sarà sufficiente (In Italia scende dal 9,4% al 7,6%). 

La percentuale d’intervistati in Piemonte che hanno sottoscritto un fondo pensione, ovvero un piano integrativo pensionistico o una forma assicurativa di tipo pensionistico è del 20,1% (in crescita rispetto alla scorsa indagine, che registrava il 16,6%). In Italia è il 17,6%.

Il 49,3% degli intervistati in Piemonte (nel 2021 erano il 44,3%) si definisce contrario a correre rischi nel campo degli investimenti finanziari al fine di aumentare il rendimento atteso, valore leggermente inferiore a quello medio italiano (50,6%). Quanto all’ordine d’importanza attribuito agli elementi di attenzione che si considerano quando s’investono i risparmi, al primo posto per il 73% vi è la sicurezza di non perdere una parte rilevante del capitale investito (57,4% in Italia ; per l’8,9% troviamo la liquidità (l’anno scorso totalizzava l’11% dei consensi), che in Italia è al primo posto per il 13,7% (14,3% l’anno scorso). Per il 41,5% degli intervistati (contro il 46,2% dell’indagine 2021) l’orizzonte temporale adeguato per la valutazione del rendimento di un investimento finanziario è inferiore a tre anni (42,6% in Italia); per il 21,1% è tra i 3 e i 5 anni, per il 22,1% è oltre i 5 anni.

Cresce ancora la percentuale di chi sceglie di depositare i propri risparmi esclusivamente in banca, che si consolida come intermediario principale: nell’indagine 2021 era in Piemonte l’82,1%, quest’anno l’84,6% (76,2% in Italia). Scende leggermente (10,1% contro l’11,5% dell’indagine 2021) la percentuale d’intervistati che dichiarano di avere uno o più rapporti di conto corrente presso il solo intermediario postale (17,3% in Italia e 9,1% nel Nord-Ovest); il 5,3% delle famiglie (contro il 6,4% dell’indagine 2021) ricorre a entrambi gli intermediari finanziari (6,4% in Italia). In Piemonte il 43,1% degli intervistati (contro il 45% dell’Indagine 2021), ha meno del 30% dei propri risparmi in forma liquida sul conto corrente (51,8% la quota degli intervistati con una situazione analoga in Italia).

Rimane elevato il grado di soddisfazione per l’intermediario finanziario di riferimento: il 10,7% dei piemontesi afferma di esserne molto soddisfatto (16,7% in Italia) e il 78,9% lo è abbastanza (73,4% in Italia): è dunque dell’89,6% la percentuale complessiva di chi esprime un giudizio positivo.

La diffusione dell’lnternet banking cresce di quasi 10 punti e si attesta al 60,3% (63,4% in Italia); continua la crescita del mobile banking, utilizzato dal 52,9% degli intervistati piemontesi (era il 42,7% nel 2021), la media nazionale è del 56,4%.

Le famiglie piemontesi, come quelle italiane, sono soddisfatte dell’investimento in immobili: tra le famiglie che hanno una casa in proprietà i giudizi positivi sono circa l’87% in Piemonte e circa l’89% in Italia, anche se torna a crescere la preoccupazione per gli oneri collegati alla proprietà di un immobile (21% contro il 15,7% dell’anno passato); mentre la propensione per la liquidità non impedisce una leggera riduzione di chi è preoccupato di non riuscire a vendere rapidamente l’immobile in caso di necessità (15,2% contro il 17,8% dell’anno passato).

L’investimento nell’immobile è ritenuto sicuro dal 45,8% delle famiglie piemontesi (64,3% in Italia) in riduzione rispetto al 65,3% dell’anno passato; l’immobile è apprezzato perché consente di risparmiare l’affitto (54,7%; contro il 63,8% dell’anno passato, e contro il 60,3% in Italia). In costante riduzione coloro ai quali l’immobile piace perché è un modo per lasciare un’eredità ai figli: sono il 37,5%, erano il 48,5% l’anno passato.

L'8,8% degli intervistati in Piemonte ha acquistato un immobile nel 2021, contro il 4,9% del 2020; di questi il 52,3% ha acquistato l’abitazione principale della famiglia, il 23,9% ha acquistato un immobile da investimento (anche per integrare il reddito); mentre circa l’8% ha acquistato un’abitazione per i figli e la stessa percentuale ha acquistato un immobile strumentale (ufficio, negozio, magazzino, officina, ecc.).

Il 7,2% campione di famiglie piemontesi, contro il 9,4% della scorsa indagine (ma contro lo 0,6% dell’indagine 2019), ha in mente di realizzare un investimento immobiliare entro i prossimi 24 mesi (6,6% in Italia).





Redazione EnordOvest

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