Poi non dite che non l’avevamo detto. Da mesi scriviamo che, tra ottobre e novembre, si sarebbero verificati eventi tali da mandare in tilt la circolazione stradale del Piemonte.
Ebbene, eccoci giunti alla tempesta perfetta.
Da qualche giorno la tangenziale di Torino rischia di esplodere a causa del traffico che è confluito sulle strade con la chiusura del traforo Monte Bianco, interessato per nove settimane dai lavori. Un problema a cui si aggiunge il blocco della linea ferroviaria verso la Francia, causa una frana in Alta Savoia, senza dimenticare i tanti cantieri nelle gallerie autostradali dell’autostrada del Frejus. Un danno enorme per la nostra economia con già centinaia di lavoratori in cassa integrazione e una perdita di Pil del 5,4% nel Nord Ovest, stimata da Confindustria. I dati parlano chiaro: secondo le previsioni dei gestori della rete autostradale sono circa tremila, 1800 quelli pesanti, i veicoli che, anziché dal Monte Bianco, transiteranno ogni giorno dal traforo del Frejus e poi dalla tangenziale di Torino.
La Francia ha già annunciato che la linea ferroviaria Torino-Parigi riaprirà non prima della primavera 2024. L’ unico collegamento percorribile per merci e persone resta la Valle di Susa, e quindi la A32. Ma se – per caso e speriamo vivamente di no – in queste settimane un tir prendesse fuoco (ovviamente per problemi meccanici, senza feriti o vittime) sotto una delle ultime gallerie in alta quota, quelle collegate da viadotti, cosa succederebbe? Danni alla struttura della galleria, quindi chiusura dell’autostrada.
Piemonte e Italia completamente isolati dal resto dell’ Europa.
Intanto, senza pensare a queste catastrofiche conseguenze, il traffico è già decuplicato e l’aria che si respira in Valle è sempre più pesante. Mentre, Canavese e Valle d’ Aosta, lamentano un crollo di passaggi e quindi crisi economica per tutto il comparto della ristorazione e dell’accoglienza.
Ma dove erano i politici piemontesi, gli amministratori locali e nazionali, nei mesi passati? Una situazione imprevedibile? Certamente no. Si tratta di lavori programmati da tempo. Se oggi il Tav già viaggiasse tra Torino e Lione trasporterebbe merci e servizi solo dal Piemonte per un valore di 8,2 miliardi di euro. Ma il Tav non c’è e chissà quando ci sarà.. e intanto si pensa al Ponte sullo Stretto!