In paese tutti conoscono la vicenda di Aldo Saglio Salti e Sergio Jonghi, i due patrioti della Valtoce, rispettivamente di 20 e 21 anni, che furono barbaramente uccisi dai fascisti. Questo episodio è noto come l'eccidio della Colma di Castiglione e avvenne il 26 giugno 1944. Un episodio brutale, che scosse profondamente la comunità tanto che l'anno successivo, nel 1945, l'allora parroco di Castiglione don Severino Cantonetti fece costruire una cappellina proprio nel luogo dove furono trovati i corpi dei due giovani, all'Alpe Colma. Don Severino ogni anno, in occasione dell'anniversario dell'eccidio, saliva alla cappella per recitare una preghiera e rendere omaggio ai due ornavassesi.
Lo ha fatto sino al 2012, quando il medico gli vietò di recarsi in alta montagna. Da quel momento il testimone è passato a Pier Franco Midali, ex sindaco e oggi legale rappresentante dell'associazione culturale Vanni di Viganella. "Da quel momento la terza domenica di luglio mi presto per ricordare i due giovani. L'ho fatto da quando don Severino non è più potuto salire in altura, e continuo a farlo ogni anno - spiega Midali - ma lo scorso 16 luglio, nel corso della consueta cerimonia, avevo promesso che in occasione dell'ottantesimo anniversario nel 2024 avrei fatto in modo di poter intervenire sulla cappella che versa in precarie condizioni causa il passare del tempo".
Così Midali con la sua associazione ha partecipato al bando della Fondazione Comunitaria, ottenendo un finanziamento di 4mila euro per il recupero della cappella. "Volevamo degnamente celebrare l'ottantesimo anniversario dell'eccidio della Colma e così abbiamo presentato il progetto "Rintocchi di Memoria alla Colma di Castiglione, che è stato finanziato". La cappella votiva sarà restaurata sia internamente che esternamente, e sarà realizzata una croce metallica oltre a una targa ricordo. I lavori dovrebbero iniziare tra maggio e giugno e concludersi per le celebrazioni dell'80° anniversario dell'eccidio. Per completare l'intervento conservativo servono però ancora dei fondi, e l'associazione ha così coinvolto le amministrazioni comunali interessate territorialmente.
"Abbiamo allargato l'iniziativa al comune di Calasca Castiglione sul cui territorio sorge l'edicola votiva, a quello di Ornavasso, terra di residenza dei due giovani, e a quello di Borgomezzavalle i cui cittadini condividono l'alpeggio di confine con Calasca Castiglone - spiega Midali - Ma soprattutto abbiamo chiesto la loro collaborazione anche dal punto di vista economico visto che la Fondazione copre solo il 50% delle spese e un'associazione di volontariato non dispone di ingenti capitali". "Abbiamo subito accolto con entusiasmo l'iniziativa - dice il sindaco di Calasca Castiglione Silvia Tipaldi - quel luogo fa parte della memoria collettiva della nostra comunità. A quei due poveri ragazzi abbiamo intitolato, su spinta di don Severino Cantonetti, anche la piazza centrale di Castiglione. Ricorderemo così l'eccidio, e assieme a quel fatto anche il martirio di don Giuseppe Rossi, parroco di Calasca Castiglione sino al 26 febbraio 1945, quando fu ucciso accusato di aver suonato le campane per allertare i partigiani".
Papa Francesco proprio lo scorso dicembre ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo al martirio di don Giuseppe Rossi, e ha aperto la via alla sua beatificazione, che è attesa da tutta la valle e non solo. Anche il sindaco di Ornavasso, Filippo Cigala Fulgosi tramite le pagine social del Comune, fa sapere che "con piacere e gratitudine l'amministrazione comunale di Ornavasso sosterrà anche economicamente il progetto". "Non ho mai conosciuto mio zio Aldo - dice Aldo Saglio Salti, nipote del patriota di cui porta non solo il cognome ma anche il nome di battesimo - io sono nato due anni dopo che fu trucidato, ma in questa bella occasione ritengo molto appropriato ribadire queste parole: Chi non ha memoria non ha futuro. Due giovani scelsero di combattere per la libertà e pagarono il prezzo più caro: furono torturati ed uccisi vigliaccamente dai fascisti. Giovani che cambiarono la loro vita con la fedeltà ai compagni e che non hanno vissuto il loro futuro, ma ci hanno lasciato l'amore per la libertà e la giustizia".