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Ultim'ora | 31 luglio 2025, 16:41

Darderi: "Io italiano più vincente nel 2025? Punto alla top 20. A Sinner non ruberei nulla, siamo diversi"

Darderi: "Io italiano più vincente nel 2025? Punto alla top 20. A Sinner non ruberei nulla, siamo diversi"

(Adnkronos) - Il tennista italiano più vincente del 2025 guarda avanti e resta concentrato. Luciano Darderi ha conquistato tre tornei Atp nel giro di poche settimane: da Marrakech a Umago, passando per Bastad ha alzato al cielo più trofei pure di Jannik Sinner, con le dovute proporzioni: “È bello – spiega all’Adnkronos - ma devo restare con i piedi per terra e un po'... con la testa tra le nuvole”. Per continuare a sognare, oltre i limiti: “Aspiro al meglio”.  

Dopo il successo nel 250 di Umago, si è fermato per un infortunio. Come procede il recupero?

 

“Ho avuto un problema alla caviglia sinistra negli ultimi punti della finale, ma già da un paio di giorni stavo facendo i conti con una tallonite dolorosa. Sto recuperando bene, con l'aiuto del fisioterapista e del personal trainer del mio team”  

 

Quando tornerà in campo?

 

“A Cincinnati, nel 1000 in cui mi auguro di essere testa di serie”.  

In un’intervista del 2021, da numero 771 del ranking diceva: “L’obiettivo è spingermi fino alla top 500”. Oggi occupa la posizione numero 35.

 

“Il mio best ranking è il numero 32, nel luglio 2024. Adesso nella race sono 26 al mondo e l'ho già detto all'inizio dell'anno, quando non tutto girava al meglio. L’obiettivo è entrare nei primi 20, poi vedremo”.  

 

Il movimento italiano continua a stupire. Sinner comanda, Musetti è il numero 10, Cobolli il 21 e poi c'è lei. Qual è il prossimo step?

 

 

“Consolidare il mio ranking. Ora mi piacerebbe essere nei primi 30 al mondo in maniera stabile”.  

Sinner è il punto di riferimento del movimento azzurro. Gli ‘ruberebbe’ qualcosa?

 

“Con Jannik ho un rapporto ottimo. Non gli ruberei nulla, siamo diversi. Ognuno di noi ha il suo percorso di crescita”.  

C'è un momento di svolta nel suo?

 

“Solo tanto lavoro e sacrificio, ogni giorno dell'anno. Ringrazio mio padre Gino, che è anche il mio coach, per essere sempre al mio fianco. Poi, ho un team di una decina di persone che lavorano con me e il confronto quotidiano è essenziale. Per puntare in alto, ho capito che serve lavorare duro ed essere umili”.  

La famiglia Darderi vive di sport, visto che gioca a tennis anche suo fratello Vito. Che tipo di confronto avete?

 

“Beh, viviamo di tennis. Siamo molto uniti, è la nostra forza”.  

Lei è nato in Argentina, ma ha la cittadinanza italiana grazie a suo nonno e si è trasferito in Italia a 10 anni. A chi va il primo ‘grazie’?

 

“Tanti amici, soprattutto nel primo periodo a Roma, mi hanno dato una mano. Il primo ringraziamento è per Marcello Macchione, un maestro a cui devo tanto. Mi è stato molto vicino”.  

In cosa si sente più argentino? E in cosa più italiano?

 

“Difficile. Di sicuro, argentino nel mangiare. Italiano per il vestire, le macchine, la pasta cacio e pepe” E se la ride. “Gioco per l'Italia e mi sento italiano. A Umago è stato bellissimo vedere un gran tifo azzurro tutto per me e la bandiera tricolore alla premiazione”.  

Se dico ‘Coppa Davis’ qual è il suo primo pensiero?

 

“Mi piacerebbe vincerla e avere l'onore di essere ricevuto con la squadra dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale”. (di Michele Antonelli) 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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