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Regione | 08 marzo 2021, 11:29

Nursing Up: “Assurdo che infermieri e professionisti sanitari non rientrino tra le categorie che possono mandare i figli in classe in presenza"

Il segretario regionale Delli Carri: “La Regione e il Governo intervengano subito per risolvere la situazione”

Nursing Up: “Assurdo che infermieri e professionisti sanitari non rientrino tra le categorie che possono mandare i figli in classe in presenza"

“Con il ritorno alla didattica a distanza di una grandissima parte degli studenti sul territorio Piemontese si crea un enorme problema per chi, come noi infermieri e professionisti della sanità, è impegnato ogni giorno in turni massacranti a vincere una battaglia contro il virus giocata in corsia e nelle vaccinazioni”. Lo denuncia Nursing Up Piemonte.

Che scrive: “Si moltiplicano, in queste ore, le segnalazioni che ci giungono di genitori infermieri e professionisti sanitari che si trovano nell’impossibilità di gestire i figli a casa, soprattutto i più piccoli, con un lavoro come il nostro che è composto di turni lunghissimi e responsabilità verso i malati.

Eppure, chi decide non ha voluto pensare responsabilmente a noi, lavoratori essenziali nella lotta al virus, definiti 'eroi' ma costantemente ignorati quando si tratta di difendere i nostri diritti, ancora una volta penalizzati e dimenticati in un caos normativo non più sopportabile.

Per molti di noi la didattica in presenza dei figli, per permettere ai genitori di lavorare, è una necessità inderogabile”.

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, chiede quindi alla Regione e al Governo di mobilitarsi immediatamente affinché tutti gli infermieri e i professionisti sanitari piemontesi che ne abbiano necessità possano mandare i propri figli a scuola, in presenza, “in quanto la nostra è evidentemente una categoria lavorativa essenziale nella lotta al virus”.

Il Segretario regionale del Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, aggiunge: “È semplicemente assurdo che nessuno abbia pensato che se un infermiere o un professionista sanitario deve coprire i turni, in ospedale, o alle vaccinazioni, non possa anche stare a casa con i figli che hanno necessità di essere seguiti, soprattutto se più piccoli, nella didattica a distanza. Se dobbiamo stare a casa con i figli, venga chi ha deciso questa assurdità a fare vaccinazioni e a lavorare in corsia.

Da parte nostra sarebbe semplice metterci in ferie o in congedo per stare a casa con i figli piccoli. Oppure dobbiamo pensare che i colleghi debbano portare ai rispettivi datori di lavoro i propri figli per poter andare a espletare il proprio servizio?

Per noi il concetto di responsabilità verso i malati, nella lotta a questo maledetto virus, ha un senso preciso che indica la strada del nostro lavoro. Per chi decide, invece, la responsabilità cos’è? Gli infermieri e i professionisti della sanità forse non sono l’unica categoria di servizi pubblici essenziali, ma sicuramente in questo momento sono, con i medici, la più importante. Che facciamo, quindi, mettiamo gli infermieri e i professionisti della sanità di fronte alla decisione di scegliere tra assistere i pazienti o abbandonare i figli a casa?

La Regione e il Governo si assumano le loro responsabilità e intervengano subito aprendo alla didattica in presenza per i figli di tutti gli infermieri e i professionisti della sanità che ne abbiano necessità”.

C.S.

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