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Economia | 28 novembre 2022, 08:25

Pensioni, nel 2023 cambia tutto: arriva la nuova “Quota”

Pensioni, nel 2023 cambia tutto: arriva la nuova “Quota”

Mentre le grandi novità dovrebbero arrivare a partire dal 2024, dal prossimo anno cambieranno molte cose in materia di pensione. Cerchiamo di capire qua

Addio alla Legge Fornero, tanti saluti a Quota 102 e un’uscita dal mondo del lavoro intorno ai 62 anni. È questo il succo dell’annuncio del Sottosegretario all’Economia, Federico Freni, che getta uno sguardo al 2024, anni in cui dovrebbe arrivare la riforma pensionistica vera e propria, ma che guarda soprattutto al prossimo anno per i primi, grandi cambiamenti. 

Resteranno innanzitutto Quota 100 e Quota 102, stando a quanto si legge in questo articolo, per le quali bisognerà rispondere ai requisiti di almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi. Il prossimo anno saranno poi prorogate le misure già presenti attualmente di Ape Sociale e Opzione Donna. 

Non c’è però la massima condivisione da parte dei sindacati, che hanno subito richiesto un tavolo di confronto con il Governo di Giorgia Meloni. Lo ha fatto innanzitutto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl: “La soglia dei 41 anni di contributi a prescindere dall'età è per noi condivisibile, a patto di affiancarla a un'altra dimensione della sostenibilità: anagrafica. Bisogna restituire alle persone la libertà di uscire dal circuito produttivo a partire da 62 anni senza penalizzazioni”. 

Una prospettiva che viene condivisa da molti cittadini, che proprio per cercare di aggirare questi vincoli anagrafici e lavorativi e soprattutto per fare un investimento sul proprio domani, hanno deciso di mettere in piedi un piano pensione. Con questa dicitura, si legge su Moneyfarm, ci si riferisce a un sistema di risparmio finalizzato a creare una pensione alternativa o una integrazione all’assegno mensile che si percepirà una volta usciti dal mondo del lavoro. Un investimento importante, che diventa addirittura impellente in un momento storico di grande incertezza dal punto di vista economico e soprattutto politico. 

Stando alle stime dell’INPS, infatti, la generazione X, quella nata tra il 1965 e il 1980, rischia di andare in pensione con meno di 1000 euro al mese. Un vero e proprio “dramma sociale”, così lo ha definito il presidente dell’INPS Pasquale Tridico, che ha commentato la simulazione con parole forti e molto dure. Parole che miravano ad arrivare ai banchi della politica, dove tra crisi dei migranti e caro bollette non c’è ancora traccia di una discussione dedicata alle pensioni, un tema che invece si fa ogni giorno più urgente.

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