Salario minimo sì, salario minimo no. La discussione è aperta in Italia. Ma in Svizzera il salario minimo c’è già in cinque cantoni. Anche se le retribuzioni minime legali si stanno progressivamente diffondendo a macchia di leopardo nella Confederazione.
L’acceso dibattito italiano per una paga oraria minima di 9 euro lordi ci fa dare un’occhiata alla vicina Svizzera, dove lavorano molti frontalieri.
Nel 2014 l’iniziativa popolare federale che proponeva una paga oraria minima di 22 franchi (circa 22,80 euro) era andata a vuoto.
Ad oggi cinque Cantoni hanno deciso per le retribuzioni minime che vanno dai 19 franchi all’ora in Ticino (19,70 euro) ai 24 franchi a Ginevra (24,87 euro), cifre ovviamente legate al costo della vita elvetico.
La testata giornalistica Swissinfo fa notare che ‘’ad aprire la strada è stato il Cantone di Neuchâtel nell’agosto del 2017, seguito da Giura (febbraio 2018), Ginevra (novembre 2020), Ticino (dicembre 2021) e Basilea Città (luglio 2022). Analoghe iniziative sono in corso in altri Cantoni (Vaud, Vallese e Soletta) e potrebbero essere approvate a breve, con il coinvolgimento dei rispettivi corpi elettorali. Si sta infatti assistendo a una forte spinta dal basso che non risparmia le municipalità: proprio nello scorso mese di giugno il corpo elettorale ha votato il controprogetto elaborato dal consiglio comunale di Zurigo e l’iniziativa popolare lanciata nella città di Winterthur, entrambi favorevoli a un regime salariale legale a livello comunale’’.