Un piccolo villaggio, costituito da edifici abbandonati da decenni, è diventato oggi il centro delle attività e delle ricerche sull'architettura tradizionale pianificate dalla Fondazione Canova. L'organizzazione fondata nel 2001 nel villaggio medievale di Canova, a Oira di Crevoladossola ha realizzato questo progetto grazie al contributo del bando di Fondazione Cariplo "Luoghi da rigenerare". Lo scopo principale dell’associazione è infatti la valorizzazione del patrimonio storico architettonico locale, attraverso attività didattiche, divulgative ed artistiche.
“Fin dal 2001, durante il recupero del borgo di Canova e nell'anno di fondazione dell'Associazione Canova, studenti dell'Università dell'Oregon partecipavano a campi scuola estivi per studiare l'architettura tradizionale in pietra e imparare direttamente le tecniche costruttive tradizionali – spiega Maurizio Cesprini, segretario generale della Fondazione -. Frequentemente, si recavano a piedi da Canova al vicino borgo di Ghesc, all'epoca un insieme di ruderi abbandonati. Nel 2007, la Fondazione Canova ha acquistato alcuni di questi ruderi, avviando il progetto di trasformare Ghesc in un centro di studio e ricerca sull'architettura in pietra”.
“Di fronte a un immenso patrimonio architettonico, di cui la Val d’Ossola è certamente ricca ma che interessa altre aree dell'Italia e dell'Europa, affrontiamo la sfida di preservare l'architettura cosiddetta "minore", la cui resilienza è stata messa a dura prova dai cambiamenti socioeconomici del secondo dopoguerra – racconta ancora Cesprini -. Valorizzare questi edifici significa riconoscerne la bellezza intrinseca e il potenziale di riutilizzo futuro. Questo processo implica un approccio che guarda al futuro senza perdersi in una visione nostalgica del passato, e cerca soluzioni tecnologiche innovative che rispondano alle esigenze abitative contemporanee e rispettino le normative vigenti. Allo stesso tempo, valorizzare significa anche avvicinarsi con umiltà alle molteplici culture che hanno saputo adattarsi a territori spesso difficili, apprendendo dal loro esempio per integrare il passato nel presente in modo rispettoso”.
La Fondazione Canova propone anche un “cantiere didattico”: si tratta di un ambiente formativo dedicato agli studenti universitari, situato nella casa della fondazione, che funge da laboratorio vivente dove si svolgono tutte le operazioni di restauro necessarie, seguendo un progetto complessivo e una visione integrata.
Oggi il villaggio conta otto edifici restaurati, di cui uno abitato e tre cantieri aperti. “Con l'avanzamento dei lavori – conclude Cesprini - prevediamo di completare una cucina professionale e spazi per l'ospitalità entro il prossimo anno, potenziando le nostre attività educative e culturali. Aspiriamo a espandere le collaborazioni e a offrire esperienze immersive a un numero maggiore di studenti, facendo del villaggio un polo culturale di riferimento a livello europeo per lo studio e la conservazione del patrimonio storico”.