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Territorio | 17 ottobre 2024, 16:00

Il borgo di Marone si candida come "Luogo del cuore" del Fai

La frazione di Trontano prende parte al censimento tramite il quale i cittadini possono segnalare i siti da valorizzare

Il borgo di Marone si candida come "Luogo del cuore" del Fai

Il borgo di Marone è stato candidato a diventare “Luogo del cuore Fai 2024/2025”. È partito anche quest'anno, infatti, il censimento spontaneo del patrimonio culturale italiano promosso dal Fai-Fondo ambiente italiano con Intesa San Paolo. Attraverso il censimento, il Fai contribuisce a valorizzare i luoghi cari ai cittadini, innescando una partecipazione che si estende dalle comunità alle istituzioni, locali e nazionali, in un concorso virtuoso di energie e di risorse che unisce e rinsalda le comunità.

ll censimento “I Luoghi del Cuore” è uno dei principali progetti nazionali della fondazione, con cui dal 2003 viene chiesto ai cittadini di segnalare quei luoghi ritenuti particolarmente cari e importanti da preservare e far conoscere alle future generazioni.

“I Luoghi del Cuore” alterna due fasi: negli anni pari viene lanciato un censimento dedicato al patrimonio artistico, culturale e paesaggistico italiano e fino ad aprile 2025 chiunque può votare e far votare i luoghi che ama; negli anni dispari, finito il censimento, viene aperto un bando, al quale possono candidare un progetto tutti i luoghi che hanno ottenuto almeno 2.500 voti al censimento.

“Siamo felici – commenta il primo cittadino Renzo Viscardi - che Marone sia rientrato nel censimento dei luoghi più amati d'Italia, ora basta un click per sostenerlo”. È possibile votare andando sul sito di Trontano oppure direttamente nel sito del Fai.

Il censimento offre la possibilità di ottenere l’erogazione di contributi ai luoghi più votati e per il 2025 le soglie di contributo sono state aumentate. Il nuovo bando ha infatti messo a disposizione 70.000 euro per il primo classificato, 60.000 euro per il secondo classificato e 50.000 per il terzo.

La frazione di Marone è raggiungibile solo a piedi o sfruttando la fermata “a richiesta” della linea ferroviaria Vigezzina. L’isolata stazione posta nel bosco è stata scenario conclusivo del film “Terra buona” di Emanuele Caruso. L’architettura rurale della frazione risale al XIII secolo, con tipiche costruzioni in pietre. I resti di un affresco del XV secolo denotano l’importanza del borgo. Nei primi del 1600 fu costruita la navata dell’attuale chiesa di Sant’Antonio Abate, probabilmente sui resti di una più antica, Il borgo oggi è disabitato, nel 1932 fu celebrata l’ultima messa in occasione di un funerale. Le ultime famiglie di Marone si spostarono a vivere sul versante opposto rispetto al fiume Melezzo, nel villaggio di Paiesco.

Mary Borri

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