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Territorio | 03 dicembre 2024, 11:00

Rubate le piastrine, la salita al Gridone non è più sicura

L'alpinista Domenico Bottinelli mette in guardia gli escursionisti, che potrebbero trovarsi in pericolo

Rubate le piastrine, la salita al Gridone non è più sicura

Una via normale, che di “normale” ha ben poco. Nel senso che richiede piede sicuro e soprattutto di non soffrire di vertigini. Stiamo parlando della via di salita al Gridone, una montagna che in Valle Vigezzo è sempre stata vista come severa. Salire in cima da Isella non è infatti cosa semplice anche se vi sono delle cordine di acciaio che rendono più sicuri alcuni passaggi. Non solo: alcuni anni fa il Cai Vigezzo insieme al comune di Villette e dell’allora comune di Cursolo Orasso (oggi di Valle Cannobina) ha fatto un investimento per rendere ancora più sicura la via di salita, con la posa di alcuni fix e piastrine che permettono di assicurarsi, appunto, durante la salita (e poi anche durante la discesa).

Ma ora questi dispositivi sono spariti, come racconta Domenico Bottinelli, alpinista vigezzino, membro del soccorso alpino e già istruttore di alpinismo del Cai Vigezzo. “Sono salito il primo di novembre con mio figlio e ho visto che non c’erano più gli spit – spiega -. Per fortuna avevamo con noi una corda e siamo riusciti a procedere in conserva”.  Bottinelli lancia un monito: “A parte il gesto di chi ha svitato le piastrine, che va condannato, anche perché per attrezzare la via si erano spesi soldi pubblici, quel che voglio però mettere in evidenza è l’attuale situazione: ora la salita al Gridone risulta più impegnativa. Il timore è che qualcuno decida di salire in vetta, confidando nella presenza degli spit. La mia denuncia a mezzo stampa sta proprio in questo, per mettere in guardia chi decidesse di andare appunto al Gridone. Ricordiamoci poi che questa è e resta pur sempre una montagna impegnativa, da evitare assolutamente quando non ci sono le condizioni meteo giuste, perché è spesso bagnata. Anche noi quel giorno abbiamo trovato un po’ di brina. Insomma, è una montagna da non prendere sottogamba: è per esperti, più per alpinisti che per escursionisti”.

Marco De Ambrosis

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