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Economia | 27 marzo 2022, 18:10

Frontalieri e nuovo accordo fiscale: alleanza strategica tra istituzioni e parti sociali per l'economia transfrontaliera

Si è svolto sabato a Varese il convegno organizzato dall'Associazione Comuni Italiani di Frontiera

Frontalieri e nuovo accordo fiscale: alleanza strategica tra istituzioni e parti sociali per l'economia transfrontaliera

Frontalieri, verso il nuovo accordo fiscale”. È questo il titolo del convegno di sabato mattina organizzato dall'Associazione Comuni Italiani di Frontiera, in collaborazione con il Comune di Varese.

Ad aprire il convegno Ivana Perusin, vicesindaca del Comune di Varese e delegata all'Economia transfrontaliera. Tanti i temi affrontati durante la mattina, come ad esempio quello dei ristorni a favore dei Comuni di frontiera, l’iter parlamentare di approvazione del nuovo accordo fiscale, il ruolo delle Regioni nel nuovo accordo fiscale, la mobilità transfrontaliera e i progetti di sviluppo economico e sociale nei territori di confine.

“Alla vigilia, dell'avvio dell'iter legislativo del disegno di legge di ratifica del nuovo accordo sull'imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera -sottolineano i sindacati-, è partito un lavoro comune tra le Istituzioni e le parti sociali. Un’alleanza indispensabile per affrontare le nuove sfide che i territori di frontiera si troveranno a gestire, tra l'onda lunga della pandemia e gli effetti indiretti delle tensioni internazionali”.

“Comuni di frontiera e Organizzazioni Sindacali -spiegano le organizzazioni sindacali- sono i soggetti firmatari del memorandum d'intesa con il Governo che ha consentito la chiusura di una decennale vertenza, assicurando le condizioni dei frontalieri attuali. Lanciamo ora le proposte per il futuro prossimo sui temi della gestione delle risorse, della mobilità transnazionale e di un rinnovato protagonismo dei territori, in vista delle risorse della nuova programmazione internazionale per il periodo '21-'27 e delle risorse del PNRR”.

“È necessario -proseguono-, da un lato, superare l'iniquo sistema di redistribuzione delle risorse derivanti dai ristorni sulla base di una soglia percentuale oramai inattuale, dall'altro lavorare ad una coerente messa a terra dei progetti socio economici territoriali possibili, da domani, grazie al fondo ad hoc istituito nel memorandum dal MEF”.

“Serve -precisano- riportare al centro della programmazione territoriale il tema irrisolto della mobilità sul fronte delle reti viarie di confine, del cabotaggio internazionale del trasporto pubblico locale, della mobilità sostenibile lungo i laghi quale modello integrativo della mobilità transfrontaliera. Occorre -concludono le organizzazioni sindacali- costruire una rete di cooperazione delle grandi aree metropolitane di confine italiane e svizzere quali naturali partner nella prossima programmazione interreg in una logica di una progettazione che parta dai territori invertendo la prevalente logica top down degli anni passati”.

Presente tra i relatori anche Giorgio Comoli , l'assessore di Verbania ha inevitabilmente affrontato la questione della “mobilità transfrontaliera”.

“Abbiamo sottolineato – così Comoli- la fragilità delle nostre due statali nel VCO, la SS34 del lago Maggiore e la SS337 della Val Vigezzo, ricordando i disagi causati da una mobilità non in sicurezza che costringe i frontalieri in alcune situazioni a ore di code colpendo anche la mobilità legata al turismo, fonte essenziale per lo sviluppo economico del nostro territorio. In questo senso ho ricordato che siamo a un punto di svolta, grazie allo sforzo che vede il Comune di Verbania con il sindaco Silvia Marchionini capofila per la messa in sicurezza della SS34 e, grazie al suo apparato tecnico e amministrativo, sta gestendo gli appalti e i lavori (i primi interventi son già partiti) per investire i 25 milioni di euro dei fondi a disposizione per la messa in sicurezza".

"Infine -ha concluso-, ricordando lo sforzo organizzativo e di risorse del 2014/15 affrontato dall'amministrazione verbanese per trovare un'alternativa per aggirare la grossa frana, con il progetto Alì sul lago (ora con il caro carburante sarebbe impensabile un impegno economico solo della nostra amministrazione) abbiamo invitato gli enti a costruire una cabina di regia per attivare un fondo specifico (regionale o statale) al quale poter attingere in futuro in situazioni analoghe”.


Redazione

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