Il 19 giugno è una data storica per Domodossola infatti si celebra la festa patronale in onore dei Santi Gervasio e Protasio. Come da tradizione, viene celebrata una Santa Messa seguita dalla processione per le vie del centro storico cittadino.
La Collegiata di Domodossola, dedicata ai gemelli martiri milanesi Gervasio e Protasio del VI secolo d.C., è un monumento di rilevanza storica e artistica. La chiesa attuale fu costruita tra il 1792 e il 1798 su progetto dell'architetto Matteo Zucchi, eretta sulle rovine di una precedente chiesa quattrocentesca.
Essa si distingue per la sua struttura a tre navate, arricchite da sei cappelle e un altare maggiore in marmi policromi di notevole valore. La facciata della chiesa, rimasta incompleta fino al 1953, fu completata nel 1954 dall'architetto Giovanni Greppi grazie all'iniziativa dell'arciprete Monsignor Luigi Pellanda.
Il protiro, elemento distintivo della chiesa precedente, fu realizzato nel 1648 dal maestro Bernardino Lazzaro di Val d’Intelvi. Le pitture della volta a botte e dei lati del protiro stesso sono opera di Carlo Mellerio, artista del Seicento di origine vigezzina. Durante i lavori della facciata, venne recuperato anche il portale romanico in serpentino, sebbene incompleto. Le formelle in bronzo della porta sono state realizzate da Vitaliano Marchini, scultore dell'Accademia di Brera, di origini ossolane.
All'interno della chiesa, tra l’entrata e l’abside, sulle dieci colonne, si possono ammirare le miniature in legno che raffigurano la salita al Sacro Monte Calvario. Gli affreschi sono opera del pittore vigezzino Lorenzo Peretti (1774-1851), mentre l'affresco raffigurante i Santi Gervasio e Protasio e la Madonna Assunta è attribuito a Carlo Giuseppe Borgnis (1738-1804), anch’egli pittore della scuola vigezzina.
Nella cappella dedicata a San Carlo, situata nella navata destra, si trova una tela di grandi dimensioni raffigurante San Carlo che comunica gli appestati, opera del Tanzio da Varallo.
Sull’altare maggiore troneggia un grande crocifisso, capolavoro del maestro intagliatore Giorgio de Bernardis da Buttogno (Valle Vigezzo). A lui o alla sua scuola sono attribuite anche le statue dei Santi Patroni nella cappella a destra dell’altare. Il campanile, che si erge di fianco all’abside, potrebbe essere un’antica torre elevata successivamente.