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Digitale | 29 giugno 2021, 08:25

Euro 2020, le giovani stelle da tenere d'occhio

Se c’è una squadra che rappresenta al meglio l’unione tra giocatori affermati e nuove leve, quella è l’Inghilterra. La squadra allenata da Southgate non a caso è tra le favorite per la vittoria agli Europei, anche se finora non ha certo impressionato. Il cammino però è ancora lungo e non è detto che gli inglesi non carburino con il progredire degli incontri.

Tra i giovani giocatori di talento, probabilmente Phil Foden è il più atteso. Il centrocampista del Manchester City, secondo le quote europei, è anche il favorito per la vittoria nel titolo di "Best Young Player of the Tournament", cioè “Miglior Giovane Giocatore del Torneo”.

Nato a Stockport il 28 maggio 2000, Foden è un prodotto del vivaio del Manchester City. È il prototipo del giocatore moderno, capace di interpretare più ruoli. Sulla carta sarebbe un centrocampista offensivo,  una mezzala con gol e assist nei piedi, ma la sua duttilità gli permette di giocare anche più avanzato, dietro le punte, o addirittura da falso centravanti. Valorizzato dal suo tecnico, Pep Guardiola, Foden è un predestinato: con l’Under 17 ha già vinto i mondiali in India quattro anni fa.

Di un anno più “anziano”, passateci il termine, è Mason Mount. Anche lui è un centrocampista della nazionale inglese, di proprietà del Chelsea dove è cresciuto calcisticamente, prima di un paio di stagioni in prestito tra Vitesse e Derby County. Per molti è l’erede designato di Frank Lampard, un giocatore dal sangue glaciale bravo tanto a difendere quanto a offendere. Meno tecnico di Foden, Mount ha però una visione di gioco superiore.

Il terzo giovane di valore assoluto nella rosa degli inglesi è il classe 1999 Declan Rice, centrocampista di origini irlandesi in forza al West Ham. Rice ha disputato anche alcune partite nelle giovanili e nella nazionale maggiore dell’Irlanda, salvo poi scegliere l’Inghilterra, dove è stato convocato per la prima volta nel 2019. A differenza di Mount e Foden è un centrocampista difensivo, all’occorrenza in grado di giocare in mezzo alla difesa, uno di quei giocatori che abbinano alla quantità anche una discreta qualità.

La scommessa spagnola

Quando il commissario tecnico della SpagnaLuis Enrique, ha annunciato le convocazioni per Euro 2020, in molti sono caduti dalla sedia: nessun giocatore del Real Madrid, una decisione senza precedenti nella storia. Al netto dei titoli sensazionalistici della stampa sportiva, quello di Luis Enrique è un azzardo calcolato: abbassare drasticamente l’età media della Roja, permettere ai ragazzi di fare esperienza agli Europei, e poi puntare ai Mondiali 2022.

Tra i giovani titolari della Spagna, il più interessante – per svariati motivi – è Pedro Gonzalez Lopez, in arte Pedri, addirittura un classe 2002 (praticamente 2003, visto che è nato a fine novembre). Pedri può giocare sia a centrocampo sia in attacco, ma è tra le linee che dà il meglio di sé, visto che ha una tecnica sopraffina e un’ottima visione di gioco, oltre al tipico dribbling ubriacante delle mezze punte spagnole.

Chi invece è attaccante vero è Ferran Torres, ala del Manchester City che dà il meglio di sé schierato a destra, ma la cui duttilità gli permette di giocare anche sull’altra fascia o come attaccante centrale. Nonostante non sia propriamente un piccoletto (184 centimetri per 77 chili), ha una velocità elevata sia nel breve che in allungo.

Havertz e Isak

Un altro paio di profili interessanti sono quelli di Kai Havertz e Alexander Isak. Il primo è un centrocampista tedesco che gioca nel Chelsea, tra l’altro autore del gol vittoria nella finale di Champions League di poche settimane fa, con la quale ha condannato il Manchester City di Pep Guardiola.

Fisico imponente (191 centimetri per 80 chili), Havertz abbina grande forza ad una velocità e a un controllo di palla non indifferenti, per un calciatore della sua stazza. Nato centrocampista, quest’anno al Chelsea ha giocato spesso in posizione più avanzata, addirittura da falso nueve, dove si è sempre disimpegnato con ottimi risultati. Nonostante abbia solo 22 anni appena compiuti, in carriera vanta già oltre 140 presenze tra i professionisti.

Isak, invece, è un attaccante della Real Sociedad e della nazionale svedese. Secondo molti ricorda il primo Ibrahimovic, un giocatore dal fisico longilineo e asciutto, che sembra una prima punta ma che in realtà sa dialogare molto bene con i compagni. Forse meno maturo tatticamente rispetto agli altri giocatori fin qui citati, nella Real Sociedad ha comunque messo a segno 26 reti in 71 partite dal 2019 a oggi.

Non solo centrocampo e attacco

Fino a questo momento abbiamo parlato soltanto di centrocampisti e attaccanti, ma il calcio europeo è da sempre fucina di grandissimi difensori. Fa strano parlarne ancora come un giovane interessante, vista la carriera e le esperienze professionali che può già vantare, ma non dobbiamo mai dimenticarci che Matthijs de Ligt, difensore centrale della Juventus e dell’Olanda, compirà 22 anni soltanto il prossimo 12 agosto.

Cresciuto nell’Abcoude, a 10 anni entra nelle giovanili dell’Ajax, dove esordisce nei professionisti nel 2016. Con i Lancieri arriva ad un passo dalla finale di Champions League nel 2019, prima di passare alla corte dei bianconeri nella stagione successiva. de Ligt è come detto un difensore centrale fortissimo in marcatura, veloce nei recuperi e con un ottimo piede in fase d’impostazione.

Chi la spunterà?

Non è facile capire chi tra questi virgulti ha maggiori chance di conquistare il titolo di miglior giocatore giovane di Euro 2020, anche perché molto farà il cammino delle rispettive nazionali. Olanda, Germania, Inghilterra e Spagna hanno sicuramente più opportunità di arrivare fino in fondo rispetto alla Svezia, ma spesso questi premi “minori” vanno oltre le logiche del risultato.

 

 

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