Sono ormai 20 anni che il tema sanità monopolizza l’attenzione del Verbano Cusio Ossola. Sono 20 anni che la politica non lo risolve. Con la Regione, a diversi colori politici, che non è mai riuscita a dare concretezza alla soluzioni districandosi tra polemiche politiche e mancate soluzioni.
Per la politica il tema sempre divisivo è dove realizzare il nuovo ospedale, che così resta sulla carta da anni.
Per i medici, invece, il nodo è chi ci lavorerà dentro. Abbiamo parlato con alcuni di loro per fare il punto dell'attuale situazione. Questa che riportiamo è la loro preoccupazione. Dicono che "non basta costruire un nuovo ospedale per convincere i professionisti di valore a venirci a lavorare. In un quadro sanitario che vede spostarsi le cure verso il convenzionato o il privato il compito degli ospedali sarà quello di fornire un’assistenza con carattere di emergenza-urgenza. Per cui ai migliori medici o si offrono incentivi reali di guadagno, di carriera e professionali oppure in un posto periferico come il VCO non verranno mai".
E’ questo il motivo per cui molti nostri reparti (vedi ortopedia, neurologia, dea, pediatria, ginecologia) devono far ricorso ai cosiddetti consulenti, che vengono profumatamente pagati per coprire turni lasciati scoperti.
"Il buco viene coperto momentaneamente – spiegano – ma non ci sono i presupposti per creare un’equipe con prospettive di crescita e sviluppo professionale, che sarebbe quello di cui il VCO ha bisogno".
L’esempio di Traumatologia di Domodossola è tra i più lampanti. Il Reparto è sempre stato il fiore all’occhiello della sanità: 10 specialisti più il primario, servizi ospedalieri territoriali, attività d’avanguardia, 40 letti di degenza. Poi, via, via, una emorragia che ha portato il primario ad essere primario di se stesso, avendo a disposizione una sola collega. Una delle tante situazioni demotivanti ma anche rischiosa a livello medico legale perché la possibilità di errore è elevata.
"La politica e i vertici sanitari – spiegano i medici – hanno buon gioco nel dichiarare che s’è fatto di tutto per affrontare la situazione: i concorsi si fanno, ma vanno deserti. Ma se si fa il concorso e basta, per i motivi di cui dicevamo prima non si ottiene nulla. Se invece si hanno a cuore le sorti della nostra sanità bisogna incentivare i medici bravi a venire e a restare qui".
"E’ a questo punto che diciamo che sarebbe ora, dopo tante parole, di tradurre in pratica – cioè in reali aiuti e incentivi – la tanto sbandierata e inefficace per ora – specificità montana.Cosa che è invece è successa in altre realtà periferiche come Bolzano, Sesto di Pusteria ed altre" spiegano i medici.
Non è dunque un caso che molti medici abbandonino gli ospedali del VCO, medici che qui sono cresciuti e si sono formati e dove hanno dato le loro migliori energie e capacità.