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Digitale | 21 aprile 2022, 10:00

Quante escort operano in Italia?

Quante escort operano in Italia?

Quante escort ci sono in Italia? Una domanda come questa può risultare poco convenzionale, è tuttavia evidente il fatto che questa professione sia una realtà, nel nostro Paese come in qualsiasi altra parte del mondo.

Sarebbe ipocrita, dunque, negare il fatto che in Italia ci siano tantissime escort, d’altronde se si fa riferimento ad una qualsiasi città, come Torino, digitando annunci escort in Google si giunge subito a portali dedicati come TorinoErotica i quali sono ricchissimi di inserzioni.

Le statistiche presentate da EA Insights

Data la particolarità di tale professione è sicuramente meno semplice reperire dei dati esatti sul numero di escort attive in Italia (d’altronde non esiste di certo un albo delle escort da cui poter attingere!), tuttavia il sito web EA Insights ha riportato a questo riguardo delle statistiche assai interessanti, le quali possono essere consultate integralmente a questo link.

Premesso che le escort operano come libere professioniste (non potrebbero mai operare come lavoratrici dipendenti, quantomeno in Italia), se esistesse un ipotetico ordine professionale delle escort questo risulterebbe a dir poco numeroso.

Secondo EA Insights, infatti, in Italia opererebbero ben 120.000 escort, distribuite in modo capillare su tutto il territorio nazionale, una cifra davvero molto alta, soprattutto laddove rapportata a quelle riguardanti altre professioni notoriamente diffuse.

Il confronto con altre libere professioni

A precedere per quantità le escort nel panorama dei liberi professionisti sarebbero soltanto odontoiatri, presenti in 366.084 unità sul territorio nazionale, gli avvocati, che risultano essere 243.233, e gli ingegneri e gli architetti, che costituiscono nell’insieme un gruppo di 168.851 lavoratori.

Ebbene, il numero di escort presenti nel nostro Paese supera quello dei farmacisti, i quali sono 98.770, quello dei geometri, 84.202, quello dei commercialisti, 68.552, quello degli psicologi, 61.068, e quello degli infermieri, 73.569.

Tantissime lavoratrici che operano senza una regolamentazione specifica

Sono cifre che non possono lasciare indifferenti e dinanzi alle quali è inevitabile fare alcune riflessioni.

Al di là di quella che può essere la soggettiva posizione etica nei confronti di tale professione, non può essere considerato positivo il fatto che così tante persone svolgano un lavoro di certo non esente da rischi senza avere alcuna tutela specifica, soprattutto dal punto di vista sanitario.

In Italia la prostituzione è considerata legale (a condizione che non si verifichi il cosiddetto sfruttamento della prostituzione, che è altra cosa), ma non vi è alcuna regolamentazione specifica e questo crea dei veri e proprio vuoti normativi.

Anche dal punto di vista fiscale, “accettare” in modo più chiaro chi svolge questa professione potrebbe garantire dei vantaggi alla collettività: versando regolarmente le tasse, infatti, le “sex workers” garantirebbero degli introiti importanti alle casse statali e, di conseguenza, potrebbero avere molte più tutele, anche per quel che riguarda il welfare e il versamento di contributi previdenziali.

Il paragone con altre nazioni

Lo stesso sito web EA Insights, che ha presentato queste statistiche, sottolinea come in altre nazioni europee come la Spagna, la Turchia e la Germania, le escort possono contare su una Camera di Commercio specifica e su dei sindacati dedicati; al contrario nei Paesi dove non vi è alcuna regolamentazione, anzi in cui vi è una sorta di criminalizzazione della prostituzione, le donne che svolgono quest’attività sono spesso sotto scacco della malavita.

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