"Come previsto dalla legge di bilancio che stanzia i 400.000 euro, la delibera attuativa del fondo Vita Nascente è stata approvata in una sola seduta della quarta commissione Sanità del Consiglio Regionale, grazie alla determinata compattezza della maggioranza di centrodestra, che ringrazio", esulta l’assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone, promotore del fondo per la tutela materno infantile.
L'assessore poi aggiunge: "La sinistra invece perde pezzi, con la componente moderata che esprime parere favorevole al nostro provvedimento, e si attacca alla riformulazione meramente formale dell’emendamento di bilancio che approveremo in variazione, senza modificare di una virgola il progetto. Nemmeno hanno capito che è stato il loro Presidente del Consiglio Draghi, prima di dimettersi, a concordare con noi della Giunta Regionale questo testo, ovviamente già compatibile con la DGR attuativa, rinunciando così a un pretestuoso ricorso costituzionale chiesto a gran voce dal centrosinistra piemontese: insomma Vita Nascente blindata anche dal loro governo uscente, doppia Caporetto".
Ovviamente di tenore del tutto opposto i commenti arrivati dalle opposizioni. “La delibera è centrata sulle associazioni accreditate operanti nel settore della tutela materno infantile presso le ASL, ma contemporaneamente, nella variazione di bilancio questi elenchi spariscono ‘per ovviare a eventuali istanze di incostituzionalità e conseguenti possibili impugnative’ da parte del Governo come riportato nella stessa relazione alla variazione di Bilancio in cui sono previsti 460mila euro per il Fondo di Vita Nascente (60 mila per enti gestori - 400 mila per associazioni)”, hanno dichiarato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi.
“Cosa accadrà alla delibera dopo che questi elenchi spariranno dal dettato normativo? Resterà valida? Decadrà? O dovremo rivederla? La confusione regna sovrana e per questo abbiamo chiesto di rinviare la discussione a dopo la variazione di bilancio” affermano i consiglieri.
"Sarebbe stato meglio dare le risorse direttamente alle ASL o agli enti gestori delle politiche sociali, come abbiamo richiesto con i diversi emendamenti presentati durata la discussione della nascita del cosiddetto Fondo di Vita Nascente”.
"La delibera della vergogna è stata approvata. Parte dal Piemonte, con il via al “Fondo Vita Nascente”, il progetto della Destra di fare dell’Italia un Paese liberticida, oscurantista e antiabortista. Un Paese nel quale sarà più facile calpestare i diritti delle donne e comprimere la loro libera scelta in nome di una morale conservatrice e contraria al progresso. Se la Giunta regionale volesse davvero aiutare le donne e le famiglie, dovrebbe fare tutto ciò che non ha fatto in questi anni sul capitolo welfare e sanità: dall’abbattimento delle rette degli asili nidi all’incremento dei servizi per la prima infanzia, dai sostegni all’occupazione femminile agli interventi per garantire la presenza di medici non obiettori nelle strutture sanitarie, dal potenziamento dei consultori al rendere gratuiti i contraccettivi", ha attaccato Sarah Disabato, Capogruppo Regionale del M5S.
"Marrone e i suoi sono quelli della famiglia naturale, dell’allontanamento zero, della lotta senza quartiere a ogni forma di gestazione per altri, ma pur di impedire a una donna di abortire vogliono impegnare la Regione a “favorire l’esercizio del diritto della donna in gravidanza di non riconoscere il bambino”. Sono quelli che si rappresentano come paladini del bene, della felicità, della vita, ma non hanno rimosso mai un ostacolo materiale per migliorarne la qualità, mentre vorrebbero decidere della nascita e della morte di ognuno di noi. La verità è che sono figli e figlie, padri e madri ipocriti", ha commentato Marco Grimaldi, neo eletto in Parlamento per l'Alleanza Verdi Sinistra.
La Rete +di194voci "denuncia nuovamente il finto buonismo patriarcale che soggiace ai diversi provvedimenti che la Regione Piemonte sta portando avanti", viene sottolineato dall'associazione in una lunga nota. "Non ci sentiamo rappresentate da chi apre un atto istituzionale sostenendo che questo provvedimento sia finalizzato ad “evitare che l’aborto divenga uno strumento di controllo delle nascite”. E’ sconcertante la totale mancanza di rispetto nei confronti delle donne, per questo chiediamo vero sostegno al reddito, alla genitorialità e al welfare e il contrasto alla precarietà del lavoro".