Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di una lettrice in merito allo stop del vescovo alle messe in latino a Vocogno e alla cappella dell'ospedale San Biagio.
Gentile Direttore,
in quanto frequentante la parrocchia di Santa Caterina di Vocogno vorrei pubblicamente esprimere il mio rammarico circa la sospensione della Messa in rito tradizionale. Partendo dal presupposto che definendo la Messa rito tradizionale, o i Parroci che la celebrano latinisti, si crea a prescindere una discriminazione non voluta e desiderata: è una Santa Messa, punto.
Ho conosciuto con Don Alberto Secci sui banchi di scuola e ho condiviso con lui i momenti più felici e più drammatici della mia vita, ricevendo sempre un gesto di conforto e solidarietà, gesti silenziosi e semplici ma che sempre ricorderò e che mi hanno scaldato il cuore quando era devastato dal dolore. Quest'accanimento improvviso è triste, sarà triste non sentire più le campane ricordare che c'è la Messa o richiamare alla novena prima del Natale.
Sarà politica, timore che si creino fantomatiche sette, non lo so... A me sembra solo la semplice chiusura dell'ennesima chiesa di montagna e la soppressione dell'ennesima Messa, celebrata in latino o italiano poco importa.