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Sanità | 25 febbraio 2023, 12:00

Medicina ospedaliera e pubblica, specializzandi in fuga: meglio l’attività privata e ambulatoriale

Il presidente di Anaao Assomed: “Le specialità gravate da maggiori oneri e minori onori sono in caduta libera. L’assenza di investimenti sui professionisti rischia di desertificate alcune branche ed essere in deficit in altre”

Medicina ospedaliera e pubblica, specializzandi in fuga: meglio l’attività privata e ambulatoriale

Come è orientata la scelta dei futuri medici specialisti italiani? L'ultima rilevazione Anaao Assomed vede un'adesione pressoché completa a quelle scuole di specialità in cui l’attività privata e ambulatoriale rientra tra gli sbocchi lavorativi, mentre vengono abbandonate o neppure prese in considerazione quelle prettamente “ospedaliere e pubbliche” che sono state protagoniste nella lotta pandemica, prima tra tutte la medicina d’emergenza urgenza (61% dei contratti statali non assegnati e abbandonati).

La medicina d’emergenza-urgenza avrà quindi 1144 specialisti in meno rispetto ai 1884 contratti stanziati (60,7%), Microbiologia 191 in meno rispetto a 244 (78,3%), Patologia Clinica e Biochimica Clinica 389 in meno rispetto a 554 (70,2%). Di contro, vi è la totale utilizzo di contratti di specializzazione per Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Oftalmologia, Malattie dell’Apparato Cardiovascolare.

Non vi è una sostanziale differenza percentuale tra le varie regioni italiane, uno specializzando su 5 (19% dei contratti) non viene assegnato o viene perso durante il percorso. L’entità totale dei dispersi è compresa tra l’11 e il 36% con una media del 20%. Il Piemonte vede 1861 contratti banditi dei quali 253 non assegnati (14%), i contratti abbandonati sono 101, il 5%. Il numero totale tra contratti non assegnati e abbandonati è di 354, ovvero il 19%.

“I dati sono significativi oltre che allarmanti. Una situazione che -spiega il sindacato medico-, attesta la sostanziale e ormai cronica programmazione alterata e dicotomica che si ripercuote sull’attuale erogazione non ottimale dei servizi sanitari”.

“Il segnale giunge chiaro e forte, corroborato dai numeri: la medicina sta diventando un affare selettivo, in cui le specialità più colpite e sotto pressione durante la pandemia, le specialità gravate da maggiori oneri e minori onori sono in caduta libera. Non è un problema di medici, ma di medici specialisti ed è un problema che avrà ripercussioni inevitabili sul futuro di un sistema di cure sempre più in crisi”. È il commento del segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio.

“L’assenza di programmazione e l’assenza di investimenti sul professionista -sottolinea Di Silverio- produce effetti devastanti rischiando di desertificate alcune branche ed essere in deficit in altre. Un risultato che dovrebbe far comprendere quanto sia urgente investire sui professionisti e per rendere appetibile una professione che oggi non affascina più. Il medico ha perso la sua identità sociale ancor prima che professionale relegato a mero prestatore di opera alla stregua di un venditore di prodotto, il Paziente si è trasformato in un cliente”.

“Occorre un cambio immediato di passo e di paradigma con investimenti extracontrattuali e legislativi che riconsegnino la sanità ai professionisti -conclude-. E occorre integrare e dare ruolo agli specializzandi, vera forza propulsiva di un sistema vecchio e stanco. Accoglierli negli ospedali con un vero contratto, con diritti e doveri precisi e chiari, al fine di permettere loro una formazione adeguata e prospettive professionali reali, è l’unica strada, la strada maestra”.


Redazione

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