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Sanità | 27 maggio 2023, 11:20

Marcia per la Salute, c'è chi si smarca. Cimo-Fesmed: "I problemi non si risolvono con una manifestazione politicizzata"

Il presidente Cavalli: "La sanità piemontese rischia il collasso, ma la protesta di domani ha assunto una valenza ideologica"

Marcia per la Salute, c'è chi si smarca. Cimo-Fesmed: "I problemi non si risolvono con una manifestazione politicizzata"

Conto alla rovescia, in vista della Marcia della Salute che si terrà oggi alle 14 a Torino nei pressi dell'ospedale Molinette. Ma a meno di 24 ore dal via, si spezza il fronte delle rappresentanze di categoria. La manifestazione è organizzata dal 'Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure', nato ad aprile, al quale hanno aderito 56 realtà associative piemontesi di ordine sanitario ma non solo.

A chiamarsi fuori, denunciando la valenza politica dell'evento, è la sigla di Cimo-Fesmed, che rappresenta i medici e i dirigenti in camice bianco. “La sanità piemontese rischia il collasso: tanti, troppi i problemi che riguardano le infrastrutture, i servizi, il personale. Riteniamo come Federazione che scendere in piazza aderendo ad una manifestazione che ha assunto una valenza ideologica e politica, non sia il modo giusto per provare a risollevare le sorti del sistema sanitario regionale”, dice il presidente piemontese, Sebastiano Cavalli.

Troppo lavoro, poco guadagno e niente carriera

Da un’analisi nazionale di Cimo-Fesmed, fanno notare dall'organizzazione sindacale, emerge in modo netto che i medici ospedalieri lavorano più del dovuto, guadagnano meno di quel che spetterebbe loro e non fanno carriera. I fattori sono molteplici e riguardano la mancanza di posti letto negli ospedali, aggravata da carenze infrastrutturali degli edifici, dalla carenza di personale, con inevitabili ripercussioni sui carichi di lavoro di chi oggi, nonostante tutto, rimane in corsia assistendo i pazienti, le inadeguatezze contrattuali ed economiche, ancor più evidenti oggi a causa dei fondi residui non distribuiti dalle aziende sanitarie locali. "In riferimento a quest’ultimo punto il Piemonte - si legge in una nota ufficiale  -, secondo gli ultimi dati raccolti da Cimo Fesmed e riferiti al 2021, risulta essere una delle regioni in difficoltà. Infatti, l’entità del residuo dei tre fondi contrattuali della dirigenza medica e sanitaria, su un totale di 20 aziende piemontesi, nel biennio 2020-2021 supera i 55 milioni di euro".

"Serve un progetto di riforma chiaro"

Occorre agire in fretta e con un progetto di riforma sanitaria chiaro: noi come Cimo-Fesmed Piemonte - conclude Cavalli - abbiamo elaborato delle proposte concrete e realizzabili finalizzate a migliorare molti degli aspetti più critici della nostra sanità regionale. In questa direzione abbiamo in programma a breve un incontro con il Governatore Cirio con il quale affronteremo le questioni più urgenti perché riteniamo fondamentale collaborare per rendere più efficiente la sanità piemontese rispondendo in modo tempestivo alle esigenze dei cittadini. Altrimenti la forbice tra chi potrà curarsi accedendo al servizio privato e chi rinuncerà a farlo a causa di problemi economici sarà sempre più ampia”.

Massimiliano Sciullo

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