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Economia | 26 marzo 2024, 08:00

Coldiretti lancia l'Sos per il miele Made in Piemonte

L'associazione di categoria sottolinea: "A rischio con l'import sleale dalla Cina. I consumatori leggano con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria"

Coldiretti lancia l'Sos per il miele Made in Piemonte

L’import sleale e i cambiamenti climatici affossano il miele italiano con i produttori nazionali che devono fronteggiare arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese che viaggia poco sopra l’euro al chilogrammo, mentre aumentano i costi di produzione necessari per fronteggiare maltempo e siccità. E’ quanto afferma Coldiretti alla luce dei dati che, nel 2023, segnalano che in Italia sono arrivati oltre 25 milioni di chili di miele straniero a fronte di una produzione nazionale stimata in 22 milioni di chili, che ha risentito degli effetti del clima.

Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%).

“Un dumping insostenibile ai danni del comparto apistico piemontese che rappresenta un tassello importante la nostra regione che continua a collocarsi al primo posto tra le Regioni per numero di produttori e produzione, pur subendo le criticità che hanno investito il settore a livello nazionale. Secondo l’elaborazione del Centro Studi Divulga su dati Unioncamere 2022, in Piemonte sono state rilevate 6.125 aziende nel 2022 e oltre 195 mila alveari – sottolineano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - I nostri apicoltori devono già fronteggiare i cambiamenti climatici che stanno impattando notevolmente su questo comparto, nonostante la cosiddetta bee economy rappresenti una traiettoria di futuro con una forte spinta all’innovazione soprattutto tra i giovani. Per questo occorre anche che in Europa venga introdotto il principio di reciprocità affinché tutto il miele che entra nel nostro Paese rispetti le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia. Ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica”.

Il miele prodotto sul territorio nazionale è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

Comunicato Stampa

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