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Sanità | 10 aprile 2024, 18:31

Inaugurata la nuova Rianimazione del San Biagio VIDEO E FOTO

Può contare su 10 posti letto grazie al fondi messi a disposizione dal governo nel periodo post Covid

Inaugurata la nuova Rianimazione del San Biagio VIDEO E FOTO

Inaugurata oggi la nuova rianimazione dell'ospedale San Biagio che nasce dall'esperienza che i medici hanno maturato con il Covid. Un intervento di circa un milione di euro realizzato con fondi messi a disposizione dallo Stato con un decreto del 2020 riguardante le misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia e alle politiche sociali connesse all'emergenza Covid.

La rianimazione in caso di necessità potrà disporre fino a 10 posti letto. Al taglio del nastro erano presenti la direttrice dell'Asl Chiara Serpieri, il primario del reparto di rianimazione Carlo Maestrone, il sindaco di Domodossola Lucio Pizzi, il parroco don Vincenzo Barone, il consigliere regionale Alberto Preioni e il personale della Rianimazione e di altri reparti.

“Con il piano Arcuri legato al periodo Covid - ha detto il primario della Rianimazione Carlo Maestrone - abbiamo avuto questi finanziamenti. Abbiamo eseguito la ristrutturazione portando la rianimazione a dieci posti letto potenziali. Per poter funzionare con tutti i dieci posti avremo però bisogno di più personale. Per cui partiamo con i sei classici, potremmo arrivare a dieci nel caso che una situazione pandemica ci obbligasse ad avere necessità di altri posti. La rianimazione è divisa in due parti. Una parte con cinque stanzette destinate a pazienti con tipologie infettive come il Covid, che devono essere isolate e necessitano un ricovero in terapia intensiva e un trattamento rianimatorio. Gli altri cinque posti letto sono in uno spazio aperto e sono dedicati ai pazienti post operati, cardiologici, neurologici che non hanno una malattia infettiva ma sono talmente complessi che hanno bisogno di un ricovero in terapia intensiva”.

Le condizioni vitali del paziente sono monitorate in ogni singolo posto letto e poi anche in un'unica centralina. La rianimazione è dotata anche di una stanzetta per gestire il paziente da stabilizzare. “Per evitare lo stazionamento del paziente tante ore in sala operatoria o in pronto soccorso abbiamo pensato ad una stanza per stabilizzarlo, dopo la prima stabilizzazione avvenuta in pronto soccorso. Nella stessa stanza vengono trasferiti pazienti già ricoverati per fare piccole procedure chirurgiche rianimatorie, questo consente di evitare di portare il paziente in sala operatoria e permette di risparmiare personale. Poi viene portato il paziente nella sua sede di ricovero”.

“Da molti anni la regione Piemonte – ha proseguito Maestrone - ha spinto molto per poter avere le rianimazioni aperte e cioè aumentare le ore da dedicare ai parenti e alla visita dei loro familiari ricoverati. Abbiamo cercato di seguire questa linea creando una zona dove il parente sosta e a lato una saletta dove il medico colloquia con i parenti. Il colloquio può essere ripetuto più volte nella giornata”.

“Siamo riusciti a portare a termine i lavori di questa struttura di altissimo valore clinico – ha detto la direttrice dell'Asl del Vco Chiara Serpieri - per la nostra organizzazione sanitaria. L' obiettivo quello di aumentare la capacità di accoglienza dei pazienti intensivi con un adeguamento e un potenziamento funzionale. I lavori si sono prolungati a causa dei problemi di approvvigionamento di materiali. Riteniamo che sia una struttura ben fatta e funzionale. Siamo orgogliosi di essere arrivati fino in fondo. Tra pochi giorni verrà messa in funzione”.

Mary Borri

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