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Attualità | 12 giugno 2024, 17:00

"Il contrabbando non è un peccato": un nuovo documentario racconta gli spalloni ossolani FOTO E VIDEO

Il film sarà proiettato il 20 giugno al cinema Corso di Domodossola

"Il contrabbando non è un peccato": un nuovo documentario racconta gli spalloni ossolani FOTO E VIDEO

Il 20 giugno il cinema Corso di Domodossola ospita la proiezione del documentario “Il contrabbando non è peccato”. Si tratta di un lavoro corale, nato dalla volontà di ricostruire un’epoca storica in un territorio particolare, tra Ossola e Vallese.

Una vicenda che inizia alla fine del ‘700 e termina nei primi anni ’70 del ‘900, raccontata tramite le testimonianze degli ultimi spalloni ossolani, dai finanzieri, da guardie confinarie svizzere e storici del territorio sia italiani che svizzeri. Il documentario ha l’obiettivo di indagare un fenomeno economico e sociale che ha caratterizzato la storia di tutte le vallate alpine di confine: il contrabbando di fatica, definito da molti autori “romantico”.

“Il documentario che abbiamo realizzato si concentra sulla Val d’Ossola, dove per secoli il contrabbando di necessità è stata una valida alternativa alla fame”, spiega il regista Nicola Buffoni, “leggendo una cartina capita di incontrare nomi accettati dalla cartografia ufficiale come il Pizzo Zucchero e Pizzo Caffè, posti al Passo delle Balmelle, e che richiamano gli anni della bricolla ossolana. Da queste tracce romantiche è iniziato il nostro lavoro d’indagine, intervistando giornalisti italiani e svizzeri, ex spalloni, finanzieri e doganieri svizzeri ora in pensione”.

La ricerca si è svolta su due fronti: da una parte l’intervista ai protagonisti di quegli anni e dall’altra il cammino sui sentieri del contrabbando ossolano. “Tantissime le persone che hanno avuto il desiderio di raccontare i loro aneddoti o di mostrare le foto che li ritraevano in alta montagna con le loro bricolle, così come i finanzieri che hanno raccontato i fermi o i sequestri. In ogni valle ossolana c’è stato almeno un contrabbandiere o un finanziere che ci ha ospitato a casa sua, offrendoci un bicchiere di vino”, prosegue Buffoni.

Oltre alle interviste, ampio spazio sarà dato ai luoghi simbolo di quegli anni, mostrando i sentieri che venivano percorsi. In particolare, il Passo di Antigine o Ofentalpass e il Passo di Monscera. “In entrambi i luoghi siamo stati accompagnati da Felice Darioli, comandante del Sagf di Domodossola al 1977 al 1995 ed ex delegato del Cnsas. Ci ha raccontato alcuni aspetti poco conosciuti, come ad esempio la “Via della Giurva” in Valle Divedro”, precisa il regista.

“Il contrabbando non è peccato” racconta il fenomeno del contrabbando da un punto di vista particolare: nell’immaginario collettivo, viene infatti solitamente associato al traffico clandestino di grandi quantitativi di merci, valute o persone. In questo caso, invece, si tratta di un contrabbando più “genuino”, da molti definito “romantico”, che per la gente di montagna a volte era l’unica risorsa, un semplice lavoro.
Il documentario è nato da un’idea di Nicola Buffoni, che ne è anche il regista; è scritto da Alessio Cusano, Andrea Delvescovo e Paolo Crosa Lenz. Il produttore esecutivo è Pietro Negri, mentre la line producer Ilaria Caporali.

l.b.

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