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Cultura | 08 novembre 2024, 14:00

Ad Anzola la presentazione del libro “Dove il cielo è l’aria che respiri”

Venerdì 8 novembre incontro con Marco Botti

Ad Anzola la presentazione del libro “Dove il cielo è l’aria che respiri”

La biblioteca comunale organizza venerdì 8 novembre alle 21.00, presso il Circolo di Cultura di Anzola d'Ossola, la presentazione del libro “Dove il cielo è l'aria che respiri” di Marco Botti.

È difficile trovare uno scrittore capace di descrivere le corse sui crinali delle montagne, dove il paesaggio si fa estremo e ogni passo si compie in equilibrio tra terra e cielo. Ancora più raro è incontrare un poeta in grado di racchiudere con pochi, incisivi versi la magia di quei momenti sospesi, catturando e traducendo in parole l’intensità e la libertà che il correre a un soffio dal cielo può regalare.

Marco Botti è proprio questo: un poeta skyrunner, uno spirito che ama sfidare i chilometri verticali e, una volta raggiunta la vetta, riesce a fermare sulla carta le emozioni che ha vissuto. La sua scrittura non è solo una testimonianza delle sue esperienze di corsa, ma diventa anche una finestra sulle sensazioni intime e profonde che la montagna sa suscitare in chi vi si addentra con rispetto e ardore.

Il suo libro, “Dove il cielo è l’aria che respiri”, è un'opera che raccoglie i componimenti scritti negli ultimi quindici anni, ispirati dalle sue imprese sui sentieri di montagna. Si tratta di una sorta di diario poetico che percorre le sue avventure ad alta quota, un viaggio interiore che accompagna i suoi passi tra rocce, neve e vento. I suoi versi sono il frutto di momenti di contemplazione e fatica, di sfide fisiche e mentali, di incontri fugaci con la natura, in cui il respiro si allinea a quello della montagna stessa.

Ogni componimento rappresenta un frammento di quelle emozioni che solo chi ha vissuto la corsa sui sentieri può davvero comprendere: sensazioni difficili da esprimere per chi non ha mai provato il trail. Sono percezioni che vanno oltre la semplice attività sportiva, perché la corsa in montagna diventa per Botti un’esperienza quasi mistica, dove il confine tra il sé e il paesaggio si dissolve, e tutto sembra convergere in un’unica, travolgente emozione.

m.f.

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