‘’Vittima del dovere’’. Il riconoscimento era atteso da 10 anni e, finalmente, Mauro Bonifacio, 61 anni, carabiniere in pensione da cinque anni, lo ha ricevuto nei giorni scorsi.
L’ex brigadiere capo, che risiede in Ossola, vive ancor oggi con le ‘ferite’ per quanto accadde nel novembre 2002 in provincia di La Spezia, dove era in servizio come vice comandante alla stazione carabinieri di Riccò del Golfo, piccolo comune nell'entroterra ligure.
Era novembre, quando un uomo di 86 anni sparò col fucile da caccia causando due morti e quattro feriti. Morirono la moglie dello sparatore e il marito della badante, rimasero feriti due carabinieri, la badante e lo stesso omicida che cercò il suicidio.
Uno dei due carabinieri feriti era Mauro Bonifacio. Era intervenuto con un collega per disarmare l’uomo, che aveva appena sparato in casa. Ma all’avvicinarsi dei militari l’anziano senza esitare sparo verso di loro che si stavano avvicinando alla casa.
L'episodio ha segnato la vita di Mauro Bonifacio, che ha concluso la sua carriera da carabiniere alla stazione di Varzo – dove è stato 15 anni - dopo aver prestato servizio in altre stazioni dell’Ossola.
Dicevamo di una vita segnata perché ancor oggi Mauro Bonifacio vive con in corpo moltissimi pallini esplosi da quel fucile da caccia, e che è stato impossibile rimuovere, condizionandone la vita.
Oggi, dopo 23 anni il fatto e dopo 10 anni dalla richiesta avanzata dal Ministero dell’Interno, a Mauro Bonifacio è stato dato il riconoscimento – non facile da ottenere - che è previsto per legge agli operatori di polizia e altri dipendenti pubblici deceduti o che abbiano subito un’invalidità permanente in attività di servizio.