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| 24 settembre 2019, 14:00

Repubblica dell'Ossola, un itinerario nei luoghi e nella storia della Resistenza

Repubblica dell'Ossola, un itinerario nei luoghi e nella storia della Resistenza

Repubblica dell'Ossola, un itinerario nei luoghi e nella storia della Resistenza

Prendendo spunto dal libro di Pier Antonio Ragozza sugli Itinerari della Resistenza nell'Ossola abbiamo fatto una sintesi e proponiamo in occasione del 75° della Resistenza un viaggio nei luoghi della Resistenza.

 

L'itinerario non può non partire da Domodossola che nel settembre del 1944 fu la capitale di quella zona libera oggi conosciuta come “Repubblica dell'Ossola” la sala consiliare presso il municipio è oggi divenuto luogo di memoria storica, dove sono esposti documenti e immagini del periodo storico resistenziale. Sempre nella storica sala domese è conservato il Gonfalone decorato con Medaglia d'Oro al Valor Militare. Il cortile interno del Municipio ospita tre lapidi, due con il testo delle motivazioni delle Medaglie d'oro al Valor Militare conferite rispettivamente alla città di Domodossola e al partigiano Silvestro Curotti, mentre la più grande con il testo attribuito a Tito Chiovenda, ricorda i “quaranta giorni di libertà del settembre ottobre 1944”. Sempre a Domodossola, nella stazione internazionale, una lapide ricorda l'aiuto che la vicina Svizzera diede all'Ossola in quei mesi, mentre nell'antistante piazza Matteotti sorge il Monumento alla Resistenza ossolana con raffigurata, nella stilizzazione di Giuliano Crivelli, l'araba fenice, simbolo della libertà che rinasce.

 

Scendendo verso Villadossola nella cittadina che fu protagonista della prima insurrezione l'8 novembre del 1943 è da ricordare la sala storica con oggetti, documenti e fotografie allestita dall'Anpi.

 

Andando oltre e superando Pallanzeno un cippo posto nei pressi del campo sportivo ricorda i fucilati dell'insurrezione villadossolese, si arriva quindi a Piedimulera, località in cui l'8 settembre del 1944 si svolse una feroce battaglia, che con il suo esito aprì la strada di Domodossola ai partigiani.

 

Passando a Pieve Vergonte nel municipio un affresco ricorda la Resistenza e scendendo lungo la Provinciale è d'obbligo una tappa nella frazione di Megolo Mezzo, dove poco più di un chilometro sopra l'abitato un cippo ricorda la battaglia svoltasi il 13 febbraio del 1944 in cui caddero il capitano Filippo Beltrami con i suoi uomini, alcuni dei quali riposano nel cimitero di Pieve Vergonte.

 

Più avanti si incontra Anzola d'Ossola, dove il 6 giugno del 1944 vennero giustiziati 13 partigiani tra cui un greco e un cecoslovacco, che con i patrioti locali lottavano per la libertà dell'Europa intera.

 

Scendendo a Ornavasso si trova un cippo posto appena oltre la ferrovia in località San Bernardo, che testimonia il sacrificio di giovani partigiani del luogo. Ma ad Ornavasso merita una visita la casa museo della Divisione “Valtoce” dove sono raccolti cimeli, documenti, e foto d'epoca.

 

Scendendo ancora lungo la vecchia statale si incontra uno dei cippi del confine della Repubblica dell'Ossola passando da Gravellona Toce, che fu teatro di una dura battaglia proprio nel periodo della liberazione dell'Ossola. Svoltando a sinistra si può raggiungere Fondotoce e il sacrario che con i 42 martiri fucilati il 20 giugno del 1944, ricorda anche tutti i 1223 caduti della Resistenza della Provincia di Novara. Luogo di memorie e riflessione, l'area di Fondotoce ospita la Casa della Resistenza.

 

Tornando verso le valli dell'Ossola e costeggiando il lago di Mergozzo ci si imbatte in un altro dei tre cippi che segnano il confine della Repubblica dell'Ossola. Da Mergozzo in su, sulla sponda sinistra della Toce le montagne che separano l'abitato dalla selvaggia Valgrande , nel periodo della Resistenza ospitarono le forze partigiane e fu teatro di un tremendo rastrellamento nazifascista nel giugno del 1944.

 

Risalendo incontriamo Cuzzago, la cui stazione in tempo di guerra fu oggetto di numerose imboscate ai treni che passavano sulle linee Milano-Domodossola e Novara Domodossola, proprio qui durante uno di questi episodi rischiò di essere fucilato anche Oscar Luigi Scalfaro poi presidente della Repubblica.

 

Dopo la frazione di Cuzzago si giunge a Premosello Chiovenda dove vide la luce già all'indomani dell'armistizio, una delle primissime formazioni partigiane della zona: la Valdossola di Dionigi Superti, che ebbe come base anche la frazione montana di Colloro.

 

Superando la galleria si arriva alla frazione di Prata e poi entrando nel paese di Beura sulla destra lungo il rettilineo della provinciale, un cippo ricorda la fucilazione di 8 partigiani e della mamma di uno di loro, catturata in Valgrande mentre era alla ricerca del figlio.

 

Si giunge quindi al Croppo di Trontano, dove venne trattata la resa di Domodossola nel settembre del 1944 e operò come mediatore il parroco di Masera.

 

La meta successiva è Goglio di Baceno, in Valle Antigorio, dove un altro monumento ricorda i partigiani morti sulla funivia del Devero mentre cercavano di fuggire in Svizzera dopo la caduta della Repubblica dell'Ossola.

 

L'ultima tappa è Finero in Valle Vigezzo. Vicino al cimitero è rievocato un gruppo di caduti del rastrellamento della Valgrande. Due chilometri più sotto, sulla stretta strada che scende in Cannobina un busto e una lapide, collocate sull'orlo dell'abisso, documentano il sacrificio del colonnello Attilio Moneta e del capitano Alfredo Di Dio, colpiti a morte dai tedeschi mentre cercavano di riparare in Svizzera.

 

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