Avete già sentito parlare di Clubhouse? Si tratta del nuovo social lanciato in America, che ha soppiantato, così pare, TikTok e Facebook, arrivando di recente anche in Italia. Gli utenti, quando scriviamo, sarebbero già 5 milioni in tutto il mondo, ma crescono di ora in ora. Dopo aver scaricato l'applicazione ed esserci registrati, siamo riusciti ad entrare senza pagare: si legge, infatti, che gli inviti sono venduti online a partire da 30 euro. Per far parte della nuova comunità virtuale sono necessari due requisiti: possedere un iPhone -per ora l'app “gira” solo su dispositivi iOs, ancora niente per Android- ed essere, per l'appunto, invitati. Altrimenti resti fuori (sul sito ufficiale dicono che non vogliono essere esclusivi, solo crescere con calma, ma sembra essere una strategia). Nel nostro caso la chiamata è arrivata da un professionista di Omegna, ex amministratore pubblico, esperto di marketing e comunicazione. Una volta entrati in Clubhouse ci siamo trovati dinanzi a centinaia di stanze a tema e a migliaia di faccine sorridenti da tutto il mondo. Abbiamo riconosciuto anche quella di Francesco, che ci ha lanciato l'invito.
Cosa si fa qui? Quali sono le regole? Il meccanismo di Clubhouse è semplice: niente video, immagini e testi, ma soltanto parole. Funziona un po’ come a una festa: entri e ti avvicini ai gruppi -fino ad allora ovviamente sconosciuti- e una volta individuata la conversazione che più ti aggrada, ti aggiungi. Se il tema ti interessa -noi abbiamo scelto “Caffè e argomenti” e poi esplorato la stanza di Red Ronnie, ma molti discutono di Draghi e dei Cinque Stelle, di pandemia e di Sanremo- ti fermi, ascolti, comprendi e solo dopo intervieni. Siamo nell’era dell’audio, insomma, e la voce torna al centro della scena, come confermano altri indicatori.
L’ascesa della parola narrata, così si legge, è stata confermata anche dai dati emersi durante l'ultima fiera del libro di Francoforte, la maggiore kermesse del settore: in 5 anni, stando ai numeri resi noti, la popolarità degli audiolibri è praticamente raddoppiata. La svolta culturale è arrivata, sostengono in molti. La nostra esperienza con Clubhouse è stata tutto sommato positiva, al netto di qualche stanza che è solo perdita di tempo. Se si tratti di rivoluzione o di semplice moda passeggera, è presto per dirlo. Secondo Linus, il direttore di radio Deejay, “si tratta sostanzialmente di un nuovo modo di fare radio”. E forse non ha tutti i torti.