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Economia | 07 giugno 2021, 13:28

La pandemia stoppa la crescita delle Libere professioni: oltre seimila lavoratori in meno

Lo dice uno studio presentato da Confprofessioni. In un solo anno nella nostra regione i liberi professionisti sono passati da 112.515 a 106.136

La pandemia stoppa la crescita delle Libere professioni: oltre seimila lavoratori in meno

Una regione ferita dal virus e dalle conseguenze economiche della pandemia, un territorio indebolito, che cerca la forza per ripartire. Il Piemonte, con 2.374 decessi per milione di abitanti, è stata una delle regioni italiane più colpite dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica, che si riflette nel drastico calo dell’occupazione dei primi tre trimestri del 2020.

Drammatico il bilancio regionale anche per i lavoratori autonomi: calano gli indipendenti nel primo e nel terzo trimestre del 2020, e sono oltre seimila i liberi professionisti che, a causa della pandemia, hanno dovuto chiudere gli studi. Questa la fotografia della nostra regione scattata dal II Rapporto sulle libere professioni in Piemonte, lo studio realizzato e presentato ieri dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni.

Il mercato del lavoro della Regione Piemonte registra tra il 2011 e il 2019 una diminuzione del 2% degli occupati, con un calo dei lavoratori dipendenti (-0,1%), degli indipendenti (-7,8%), dei lavoratori autonomi (-13%) e degli altri lavoratori indipendenti - coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa, che si riducono del 19,3%. Aumentano invece del 18,6% gli imprenditori e del 10,3% i liberi professionisti che, con circa 105 mila unità al 2019, costituiscono il 24,4% dei lavoratori indipendenti in Piemonte, dato di qualche punto al di sotto dell’aggregato nazionale (27%).

Il registro cambia però con la pandemia. Se l’impatto del Covid ha fatto registrare un calo di oltre 21 mila liberi professionisti tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso trimestre del 2020 in tutta Italia, in Piemonte i liberi professionisti decrescono del -5,7% nel secondo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, registrando la perdita di 6.379 liberi professionisti, passati da 112.515 a 106.136 in un anno.

Cala l’area tecnica, cresce quella legale. Diminuiscono i professionisti datori di lavoro. In Piemonte tra il 2011 e il 2019 crescono tutti i settori del lavoro libero professionale ad eccezione del comparto dell’area tecnica e dei veterinari, che calano rispettivamente del 19% e del 10%. Registrano una crescita dell’53,1% i professionisti dell’area legale, del 20,8% quelli dell’area amministrativa e del 41,7% i lavoratori di area sanitaria. Crescono poi del 14,2% i professionisti dell’area “Servizi alle imprese e tempo libero” e dell’1,3% del settore Commercio, finanza e immobiliare.

Per quanto riguarda la distribuzione dei liberi professionisti nei settori di attività economica, il Rapporto evidenzia che nel 2019 quasi la metà (il 45%) dei professionisti piemontesi è occupato in “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, settore che racchiude principalmente attività legali (11%), di contabilità e di consulenza aziendale (10%), di architettura e ingegneria (17%) e i veterinari (7%). “Servizi alle imprese e tempo libero” (21%) risulta essere il settore in assoluto più numeroso seguito a breve distanza da quello della “Sanità e assistenza sociale” (19%). Si attestano invece al 16% i professionisti dell’area “Commercio, finanza e immobiliare”. Fondamentale inoltre anche in Piemonte il ruolo dei liberi professionisti nella creazione di lavoro dipendente: al 2019 si contano in Piemonte 14.846 liberi professionisti con dipendenti, il 13,5% del totale dei professionisti piemontesi, dato in linea con la media italiana (13,7%). Negativa (-10%) la variazione dal 2009 al 2019 dei professionisti datori di lavoro in Piemonte, con una tendenza opposta a quella nazionale (+5,8%) ma coerente con quella del Nord Ovest (-11,0%).

Ricambio generazionale al palo: crescono solo i professionisti over 55. In Piemonte tra il 2011 e il 2019 diminuiscono di 1 punto percentuale i liberi professionisti tra i 15 e i 34 anni, che passano dal 19% nel 2011 al 18% nel 2019, e crescono dell’8% i professionisti over 55, che raggiungono il 29% del totale. I professionisti più giovani crescono nell’area amministrativa (+3%), di “Sanità e assistenza sociale” (+7%) e nel settore “Servizi alle imprese e tempo libero” (+8%). Calano invece i giovani liberi professionisti dell’area tecnica (-4%) e del settore “Commercio, finanza e immobiliare” (-15%), mentre rimangono stabili al 15% i professionisti di Area legale e al 25% i lavoratori del comparto “Veterinari e altre attività scientifiche”. I professionisti con più di 55 anni crescono invece in tutti i settori, ad eccezione di “Commercio, finanza e immobiliare”, in cui calano del 2%. Consistente per questa fascia d’età l’aumento nel settore “Sanità e assistenza sociale” (+16%), “Veterinari e altre attività scientifiche” (+18%) e nell’“Area tecnica” (+10%). Crescono del 5% i professionisti over 55 di area amministrativa e quelli del settore dei servizi alle imprese e tempo libero.

Parità di genere, gap ancora troppo ampio. Anche in Piemonte si conferma, come in tutta la Penisola, un marcato gap di genere tra professionisti e professioniste. Gli uomini rappresentano il 60% dei professionisti piemontesi tra 15 e 34 anni, il 52% tra i 35 e i 44 anni, il 58% tra i 45 e i 54 anni, il 74% tra i 55 e i 64 e il 90% degli over 65. Il gap di genere è invece nettamente a favore delle donne, sia a livello nazionale che regionale, dal punto di vista del livello d’istruzione: sono infatti le professioniste ad avere in percentuale un titolo di studio superiore a quello dei colleghi maschi. In Piemonte in particolare ha la laurea il 55% dei professionisti uomini, contro il 76% delle libere professioniste.

Redazione Torino

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